Home > Terrae Vivae > educazione ecologica > Terrae Vivae: rigenerare le comunità attraverso l’azione agroecologica


Sottotitoli in italiano

La Festa della Biodiversità, tenutasi il primo giugno presso il mercato contadino Articulturae di Manziana (RM), ha rappresentato un ulteriore e significativo passaggio nel percorso di Terrae Vivae, volto a promuovere la formazione di comunità ecologiche intorno ai temi del cibo locale e genuino, della tutela della biodiversità e dell’ambiente, dell’agricoltura rigenerativa e del benessere animale e umano.

La Festa della Biodiversità ha rappresentato l’occasione per lanciare il cortometraggio “Biodiversity is Life che testimonia un percorso di apprendimento profondo e partecipativo sui temi della biodiversità, dell’agroecologia e della cura della terra. Un percorso che avviene su uno specifico territorio ma che guarda, nella sua dimensione olistica, a stabilire un modello replicabile in altri regioni, in altri paesi, in altri continenti. Il processo di appropriazione dei nostri sistemi alimentari e di distribuzione è, difatti, in atto in tutto il mondo. Le economie locali vengono assorbite nel vortice della globalizzazione, la biodiversità estinta sistematicamente per far posto a monocolture e allevamenti intensivi che deturpano i paesaggi, inquinano il suolo e le falde acquifere, per produrre un cibo privo di nutrienti, contaminato da pesticidi e diserbanti. L’impatto di questo processo sull’ambiente e sulla società risulta essere profondo e disgregante.

Una rete internazionale per rispondere alle sfide delle multinazionali e delle economie globalizzate

E’ proprio per rispondere alle molteplici sfide che il modello produttivo industriale globalizzato lancia ai territori di tutto il mondo, che Navdanya International ha avviato Terrae Vivae, un programma che intende coinvolgere attivamente cittadini e produttori locali nella scelta dei processi produttivi e di distribuzione. La produzione di cibo di qualità diviene, in se stessa, un atto di condivisione e di socialità. Democratizzare i sistemi alimentari è un passo essenziale per invertire il processo totalitario e distruttivo messo in atto dalle lobby industriali.
Terrae Vivae mira a condividere l’esperienza di oltre trent’anni accumulata da Navdanya in termini di difesa dei diritti della natura e di tutela e valorizzazione del patrimonio di biodiversità e di conoscenze locali contro le sfide della globalizzazione e dei monopoli delle multinazionali.

Da questo punto di vista, il programma si inserisce e agisce in armonia con tutti le istanze bottom up che negli ultimi decenni si sono sviluppate organicamente sui territori di tutto il mondo. Distretti ecologici del cibo, biodistretti, eco villaggi, consigli del cibo, gruppi di acquisto solidale, mercati contadini etc. Rispondere alle sfide dell’economia globale guidata dagli interessi della finanza, significa tornare a rilanciare i processi democratici, a rigenerare le comunità, a favorire le economie circolari, ridurre gli sprechi, riciclare i rifiuti, azzerare le emissioni climalteranti, rigenerare il suolo , purificare le falde acquifere, reclamare i beni comuni, far fronte alla crisi sanitaria, assicurare il benessere animale. Sono queste alcune delle battaglie più importanti intorno alle quali il tessuto sociale e culturale si può risanare attraverso processi democratici e inclusivi.

Terrae Vivae opera dunque come una rete vivente che promuove la transizione verso l’agroecologia intrecciando ricerca, istruzione, politica e azione dal basso per co-creare comunità rigenerative. L’agroecologia non è solo un insieme di tecniche agricole ma una trasformazione sistemica ad alta intensità di conoscenza, che rimodella le pratiche agricole e le strutture di governance verso la resilienza sociale ed ecologica. E’ dunque essenziale abbracciare un approccio relazionale e co-creativo in cui ricercatori, agricoltori, politici e comunità collaborano per sviluppare, testare e perfezionare le pratiche agroecologiche in contesti del mondo reale. Collegando la conoscenza scientifica con la saggezza tradizionale e locale, si garantisce che le transizioni agroecologiche siano sensibili al luogo, culturalmente radicate e adatte al clima.

Non si tratta, però, esclusivamente di ripristinare ciò che è stato degradato, ma di creare nuovi percorsi affinché le relazioni tra comunità, culture ed ecosistemi possano prosperare insieme. Le comunità rigenerative sono infatti ecosistemi dinamici e co-creativi in ​​cui tutti gli attori, umani e non solo, partecipano attivamente alla formazione reciproca e del proprio ambiente condiviso. La rigenerazione è vista come un processo attivo e relazionale in cui le comunità non sono semplicemente sostenute ma continuamente reimmaginate e rimodellate dalla reciproca influenza di tutti i partecipanti, umani e non-umani. È un impegno per una trasformazione a lungo termine, in cui coltivare, mangiare, apprendere e acquistare cibo locale vengono intesi come atti di cura, collaborazione e interesse.

Comunità in formazione

L’istruzione è un aspetto vitale della transizione agroecologica. Attraverso l’apprendimento esperienziale, basato sul territorio e sul luogo, è possibile promuovere una connessione con gli ecosistemi locali, i sistemi alimentari e le pratiche sostenibili, garantendo che l’istruzione non sia uno sforzo astratto e meramente cognitivo ma un’esperienza relazionale coinvolgente e pratica. Interagendo attivamente con la terra, i partecipanti acquisiscono un profondo rispetto per la complessità della natura e la resilienza dei sistemi agroecologici, riconoscendo il loro ruolo personale e collettivo nella gestione ambientale.

Il programma di educazione ecologica di Terrae Vivae è dunque molto più di un semplice percorso di apprendimento prevedendo la creazione di legami tra le persone, la terra, la comunità, le fattorie e gli ecosistemi complessi che ci sostengono. La partecipazione attiva dei membri della comunità rende questo processo un’esperienza condivisa e viva. Grazie a questo approccio inclusivo, chi partecipa riscopre il proprio legame con il territorio in modo autentico e significativo attraverso il metodo del “imparare facendo” che prevede uno scambio continuo di conoscenze tra generazioni. Così, i giovani diventano custodi di un sapere ecologico prezioso e protagonisti attivi del cambiamento nelle loro comunità, attraverso un rapporto diretto e concreto con la terra.

L’educazione ecologica è allora uno strumento imprescindibile per costruire futuri sostenibili, in cui il rispetto per la complessità e la resilienza della natura si traduce in pratiche quotidiane di cura e rigenerazione. Questi percorsi promuovono non solo la conoscenza, ma anche la capacità di agire come agenti di cambiamento, riconoscendo nei giovani non semplici destinatari, ma protagonisti attivi della trasformazione sociale ed ecologica. Non si tratta solo di acquisire informazioni, ma di coltivare un rispetto profondo per la complessità della natura e per la resilienza dei sistemi agroecologici e di riconoscere alle nuove generazioni il loro ruolo fondamentale di custodi dell’ambiente.

E’ allora essenziale ispirare e dotare la prossima generazione delle competenze, delle conoscenze e dell’alfabetizzazione ecologica necessarie per sostenere comunità resilienti eque, eque ed ecologicamente consapevoli per incoraggiare una transizione verso pratiche di vita sostenibili che privilegino la resilienza ambientale, la conoscenza locale e l’esperienza globale. Attraverso pratiche rigenerative, l’educazione ai principi dell’ecologia profonda e l’azione guidata dalla comunità, è possibile costruire comunità resilienti che siano consapevoli dal punto di vista ecologico e siano in grado di intraprendere azioni significative per il pianeta.

Celebrare la biodiversità per avviare processi rigenerativi

La Festa della Biodiversità celebra il lavoro collettivo con la comunità e rappresenta la sintesi concreta del nostro approccio pedagogico e politico. Questo evento, che si svolge solitamente al termine di ogni ciclo didattico, rafforza i legami tra produttori, studenti e famiglie, mettendo al centro i giovani e costruendo una rete di relazioni sempre più forte e vitale. Laboratori, scambi di semi, dialoghi intergenerazionali, momenti di riflessione collettiva e di gioco diventano strumenti concreti per esercitare la democrazia alimentare e per costruire sistemi alimentari più equi, resilienti e sostenibili.

E’ quanto si racconta nel cortometraggio “Biodiversity is Life“, presentato in occasione della Festa della Biodiversità. Il cortometraggio racconta l’esperienza dell’educazione ecologica attraverso un percorso di scoperta e apprendimento sui temi della biodiversità, dell’agroecologia e della cura della terra. Un percorso che inizia in India, presso l’Università della Terra di Navdanya che, da oltre vent’anni, accoglie studenti da tutto il mondo per trasmettere pensieri e pratiche dell’agroecologia. E’ proprio Vandana Shiva, presidente di Navdanya, a spiegare il legame fra la tutela della biodiversità e il nostro benessere fisico e spirituale. Attraverso immagini e testimonianze, il cortometraggio documenta le attività svolte sui territori: dall’osservazione diretta degli ecosistemi alle pratiche agricole sostenibili, dai laboratori didattici alle esperienze collettive, sottolineando il ruolo attivo delle nuove generazioni come custodi di un sapere ecologico che coniuga tradizione e innovazione. “Biodiversity is Life” restituisce il senso e l’impatto di un’esperienza che ha saputo andare oltre la semplice trasmissione di conoscenze, promuovendo una cultura della responsabilità condivisa e un legame autentico con il territorio.

La Festa della Biodiversità è, finalmente, un invito permanente a unirsi al movimento di trasformazione di Terrae Vivae, a diventare protagonisti del cambiamento e a difendere il diritto di tutte e tutti a un cibo sano, locale e prodotto nel rispetto della terra e delle persone. Coltivare consapevolezza ecologica significa coltivare la capacità di agire insieme per rigenerare i nostri territori, restituendo consapevolezza, dignità e resilienza alle comunità.