Home > Eventi > Agroecologia, Biodistretti e Mercati Contadini: il Lago di Bracciano celebra la Biodiversità

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Il 7 giugno 2023, nella piazza del Comune di Bracciano, si è svolta la “Festa della Biodiversità. Custodiamo il patrimonio ambientale del Lago di Bracciano”, un’iniziativa che ha contato sulla presenza di agricoltori, giovani, associazioni e amministrazioni interessate alla difesa del patrimonio ecologico e sociale dei Laghi di Bracciano e Martignano e dei comuni limitrofi.

La Festa della Biodiversità, organizzata dall’Associazione Navdanya International in collaborazione con il Comitato promotore del Biodistretto dei laghi di Bracciano e Martignano, con il patrocinio del Comune di Bracciano ha visto la partecipazione di numerosi attori chiave del territorio, in una giornata di dibattiti, convivialità, laboratori e performance incentrati sul tema del buon cibo, sull’agroecologia e sul ruolo della comunità nella promozione di modelli di produzione più sostenibili ed ecologici.

Frutto di un lungo percorso di sensibilizzazione e di messa in rete delle numerose realtà presenti sul territorio, la Festa della Biodiversità ha costituito un’importante occasione di incontro e confronto tra gli agricoltori e le agricoltrici biologici locali, le associazioni, le istituzioni, i giovani e la cittadinanza per condividere la prospettiva comune dell’emergente Biodistretto dei Laghi di Bracciano e Martignano, attraverso una visione di lungo periodo che metta al primo posto le buone pratiche agricole e la qualità dei prodotti locali.

Il lago di Bracciano è un paradiso di biodiversità e assieme al Lago di Martignano è stato istituito Parco Naturale regionale nel 1999. I boschi ricoprono circa il 30% dell’intera superficie del Parco, con un’elevatissima diversità di specie arboree, vegetali e animali. Il Lago costituisce la seconda zona umida del Lazio per quantità di uccelli acquatici svernanti con oltre 200 specie di uccelli individuate.

I cittadini, i produttori agroecologici, le amministrazioni locali sono da anni impegnati per preservare e custodire questo patrimonio, proteggendolo dall’espansione dell’agricoltura industriale e intensiva, in particolare dall’avanzata delle monocolture di nocciole che circondano l’area. L’esempio del vicino Lago di Vico, dove lo sversamento di sostanze chimiche agricole ha indotto processi di eutrofizzazione e anossia e alla dichiarazione di non potabilità delle acque in alcuni comuni limitrofi rappresenta un monito importante per non esporre allo stesso destino il patrimonio idrico e biologico dei laghi di Bracciano e Martignano.

La Festa della Biodiversità ha ospitato un mercato contadino con i produttori biologici locali, mostrando la grande diversità e qualità delle produzioni presenti sul territorio.

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In piazza sono stati svolti anche laboratori aperti a tutti sulla produzione di bevande a fermentazione naturale a cura dell’azienda La Verve, un live show cooking sull’utilizzo delle erbe spontanee in cucina a cura di Erbacce Lab, un laboratorio di realizzazione di orti in cassetta per i bambini e spettacoli di danza sul tema della rigenerazione degli ecosistemi.

Nel corso della mattinata, si è svolto il dibattito: “Biodistretto, vantaggi e opportunità per le aziende agricole”, che ha visto la partecipazione di Massimiliano Mattiuzzo, Presidente del Biodistretto etrusco-romano, Daniele Badaloni Direttore del Parco Naturale di Bracciano e Martignano, la Cooperativa dei Pescatori del Lago di Bracciano, Andrea Ciampalini Direttore di Lazio Innova, Gessica Giorgi consigliera all’agricoltura del Comune di Bracciano, Monica Silenzi consigliera all’agricoltura del comune di Trevignano, Liborio Marasca consigliere all’agricoltura del comune di Anguillara.
Il dibattito ha affrontato il tema dei futuri sbocchi e prospettive del modello del biodistretto nel Lazio e in Italia, oltre alle difficoltà e i limiti che incontrano oggi i piccoli produttori biologici dal punto di vista della sostenibilità economica, sottolineando come i biodistretti possano costituire un valido strumento per far fronte a queste difficoltà costruendo reti e comunità a supporto del biologico e delle aziende locali. Si è parlato naturalmente anche di pesca e dei problemi del cambiamento climatico e della diminuzione della fauna autoctona.

Nel pomeriggio, è stato presentato il progetto “La Biodiversità è Vita: Scopriamola e proteggiamola insieme – Tutela e scoperta del patrimonio ambientale del lago di Bracciano” promosso da Navdanya International in collaborazione con il Liceo Ignazio Vian di Bracciano e cofinanziato dall’8 per mille dell’Unione Buddhista Italiana e dalla Chiesa Valdese.

I giovani custodi di biodiversità, sono stati protagonisti della presentazione del progetto, raccontando la propria esperienza e le proprie scoperte, insieme agli agricoltori biologici e agli educatori, dimostrando come i giovani possano essere agenti di cambiamento e protagonisti nel promuovere l’acquisizione di comportamenti pro-attivi e responsabili nella cittadinanza. A seguito della mostra fotografica e delle presentazione dei disegni botanici dei ragazzi, Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, ha premiato i partecipanti con la consegna di una maglietta con il logo del progetto “Biodiversity is life”. I giovani hanno espresso la loro soddisfazione per il progetto di apprendimento esperienziale che li ha portati a vestire i panni dei contadini durante le visite mentre i rappresentanti delle aziende coinvolte nel progetto, Agrihouse, Le Bricchiette, Orto di Clapi, hanno espresso il loro apprezzamento per un progetto che restituisce dignità al lavoro dei campi mettendo al centro le nuove generazioni. “La biodiversità – hanno sottolineato i produttori – è un valore importante ad ogni grado della società, che si faccia i contadini, il docente, il ristoratore e così via, ed è fondamentale sia la biodiversità selvatica che quella coltivata”.

A seguire si è svolto il dibattito pubblico “Rigenerare L’Agricoltura per Rigenerare il territorio. Agroecologia, Biodistretti e Mercati Contadini a tutela della biodiversità”.

I relatori hanno evidenziato come il sistema alimentare industriale globalizzato sia tra le maggiori cause della crisi ambientale, sanitaria e sociale che stiamo affrontando, portando testimonianze dirette delle proprie esperienze di resistenza e perseveranza nel lavorare in armonia con la natura per concretizzare economie alimentari ecologiche e di cura: l’alternativa reale a tutela della biodiversità, dell’aria, dell’acqua, della salute delle persone e dell’integrità dei territori.

Secondo Stefano Bettera (UBI), il lavoro che si sta svolgendo sul territorio si sta effettivamente configurando come un atto di appartenenza e di amore, un approccio necessario per ricostruire la relazione tra l’uomo e il territorio in un momento storico in cui l’avidità delle multinazionali ha cambiato lo stesso modo di concepire la terra, considerandola come altro da noi stessi, un oggetto di speculazione economica.

E’ proprio da questa considerazioni che nasce l’idea del Biodistretto, un patto territoriale stretto fra produttori, cittadini e amministrazioni locali per tutelare il patrimonio ambientale. E’ la storia del Biodistretto della Via Amerina presieduto da Famiano Crucianelli che ha testimoniato l’assalto al territorio da parte dell’agricoltura industriale con paesi dove il territorio è occupato per il 75 – 80% dalle monocolture di nocciola. Aria, suolo e acqua inquinati sono il risultato di una produzione intensiva promossa dalla terza multinazionale al mondo dell’agroalimentare, la Ferrero.

Il Biodistretto si pone dunque come un grande progetto per affrontare le crisi causate dall’agricoltura industriale come il cambiamento climatico e il risanamento del ciclo dell’acqua. Il fatto che si stiano costituendo tanti biodistretti è un segno di speranza, secondo Antonella Litta, (ISDE), che ha parlato dell’esperienza del lago di Vico. La storia del lago di Vico è una storia amara perché gli avvertimenti della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo, di enti di ricerca, di fare attenzione a non alterare l’ecosistema introducendo coltivazioni di tipo intensivo, sono stati ignorati. Negli ultimi trent’anni, la coltivazione intensiva delle nocciole, con l’utilizzo dei fertilizzanti e pesticidi chimici, ha determinato dei danni enormi innescando fenomeni di eutrofizzazione e anossia.

Il Biodistretto dei Laghi di Bracciano e Martignano farà tesoro di questa esperienza impegnandosi al contempo insieme agli altri biodistretti per promuovere un modello di governance che rispetti le istanze ambientali locali. E’ questo il messaggio di Barbara Giorgi (Agrihouse), presidente del Comitato Promotore, che ha indicato nel creare benessere per i cittadini e per l’ecosistema del lago gli obiettivi principali del Biodistretto. Una delle prerogative del biodistretto, come ha rilevato Elena Carone (Le Bricchiette), è di mettere intorno ad un tavolo la comunità e i produttori e come questo rappresenti un’opportunità infinita perché permette di discutere di quello che vogliamo veramente per il nostro futuro. Sapori, colori, immagini delle aziende. E’ questo, come sottolineato da Lorenzo Maggi (L’Orto di Clapi), il miglior modo di comunicare il cambiamento che si vuole apportare attraverso la creazione del Biodistretto.

In conclusione dei lavori, Vandana Shiva ha sottolineato come l’impulso all’agroecologia dei biodistretti possa rappresentare una soluzione ai cambiamenti climatici, all’inquinamento delle acque, alla crisi della biodiversità e alla maggior parte delle cause della crisi sanitaria. La presidente di Navdanya International ha definito il movimento per la conservazione della biodiversità e il movimento dei biodistretti come movimento di resistenza alla distruzione della vita perché capace di rigenerare i territori, le acque, la salute e le stesse comunità.


Per approfondire

Manifesto Food for Health 

Per un cibo e un’agricoltura liberi da veleni

Noccioland 

Un menu impossibile: il cibo artificiale alla conquista delle nostre tavole 

BIODIVERSITA’ E’ VITA

Manifesto: Economia della Cura e Democrazia della Terra


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