Home > Eventi > Giornata alla Festa nazionale della Decrescita Felice a Roma

Il giorno 21 settembre 2019, Navdanya International è stata ospite della Festa Nazionale Della decrescita Felice. L’evento “Tutti a tavola! Con un’agricoltura sociale, sostenibile e solidale” ha contato sulla presenza di Manlio Masucci, Navdanya International, Davide Marino, Università Roma Tre docente di economia rurale, Arduino Fratarcangeli, sociologo, pres. Res Ciociaria, Giuseppe Orefice, Rete internazionale BioDistretti, Elena Tioli, MDF Roma e scrittrice.

Il dibattito è stato dedicato all’attuale sistema economico, ai suoi indicatori (come il PIL), e al ruolo che il sistema di produzione agricola riveste nelle nostre società. Secondo Vandana Shiva, presidente di Navdanya International: “Il PIL si basa sul presupposto che se si produce ciò che si consuma, non si produce. Così le vere economie circolari che sostengono la natura e la società sono ridotte a zero.  Il PIL si basa sull’estrazione di risorse dalla natura e di ricchezza dalla società.  Questa estrazione crea l’illusione che le corporations, estraendo dalla natura e dalla società e scambiando beni e servizi che altri hanno prodotto, sono i “creatori” di ciò di cui la società ha bisogno e senza di loro i nostri bisogni non saranno soddisfatti”.

“Parliamo quindi di economie circolari – conclude la Shiva – che conoscono e mantengono i cicli della natura. Tutte le crisi ecologiche sono la rottura dei cicli naturali e la trasgressione di quelli che sono stati chiamati confini planetari. Quando restituiamo materia organica alla natura, lei continua a darci cibo. Il lavoro di restituzione è il nostro lavoro. Dare cibo è un lavoro complesso della natura – attraverso il suo suolo, la sua biodiversità, la sua acqua, il sole, l’aria. Nell’economia circolare restituiamo alla società. La ricchezza è condivisa e circola”.

L’agricoltura industriale-convenzionale rappresenta uno dei fattori della crescita ma se analizziamo questo tipo di crescita ci rendiamo conto che il risultato della produzione ha un grave impatto economico sia in termini di costi ambientali sia in termini di costi per la sanità pubblica. Questi costi sono nascosti, esternalizzati dall’industria, e non vengono sottratti alla percentuale della crescita. A cui per la verità andrebbe sottratto anche un altro fattore, quello dei sussidi pubblici e delle agevolazioni fiscali. Quello della crescita è dunque un concetto illusorio e fuorviante visto che nella maggior parte dei molti casi si cresce solo grazie ai sussidi.

Per esempio in Italia, un’analisi realizzata dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, costruito sulla base dei dati contenuti nel primo Catalogo sussidi ambientali realizzato dal Ministero dell’Ambiente. Il Catalogo individua aiuti nemici per l’ambiente anche nell’ambito del regime di IVA agevolata al 4% e al 10%: in questa fattispecie rientrano, tra gli altri, l’agevolazione IVA al 4% per i fertilizzanti azotati e l’IVA al 10% per l’acqua e le acque minerali, per l’energia elettrica consumata dalle utenze domestiche e dalle imprese agricole e manifatturiere, per il gas metano per uso domestico, per i prodotti fitosanitari inclusi insetticidi ed erbicidi. «L’agevolazione riduce lo stimolo di prezzo a consumi piu efficienti di prodotti direttamente o indirettamente dannosi per l’ambiente, producendo un impatto ambientale negativo» spiega l’analisi. E infatti proprio da detrazioni, Iva agevolata, esenzioni, crediti di imposta arriva la manna dal cielo per gli inquinatori. La quasi totalità dei sussidi dannosi per l’ambiente (più del 97%) è costituito infatti da sconti fiscali (che hanno tra l’altro un valore di 22 miliardi di euro, a fronte di 19 miliardi di sussidi diretti).

Sono molti i costi nascosti legati ai sistemi di produzione alimentare industriale che non vengono normalmente presi in considerazione. Questi costi, in particolare quelli che riguardano la salute, sono sistematicamente esternalizzati dall’industria che rifiuta di assumersi la responsabilità dei danni causati dalla malnutrizione, dai pesticidi e dalle malattie croniche. Costi delle Mnt: entro il 2030: oltre 30 trilioni di dollari, pari al 48% del Pil mondiale. Il costo dei fertilizzanti sintetici in termini di danno ambientale è stimato a 375 miliardi di dollari.

Secondo uno studio del 2012, i costi dei danni causati alla salute umana dell’esposizione a 133 pesticidi, applicati in 24 paesi europei nel 2003, risultavano pari ai costi sostenuti per l’acquisto di quasi il 50% della quantità totale di pesticidi applicata in quell’anno. Appena 13 sostanze applicate a 3 classi di colture (uva/viti, alberi da frutta, ortaggi) contribuivano al 90% degli impatti complessivi sulla salute, per una perdita di circa 2000 anni di vita (corretti per la disabilità) in Europa ogni anno, con un costo economico annuo stimato in 78 milioni di euro.

La malnutrizione ha costi economici elevatissimi e rappresenta un enorme ostacolo al-lo sviluppo.

In Europa si perdono, ogni anno, ben 13 milioni di punti di quoziente intellettivo a causa dell’esposizione prenatale a organofosfati. A questo dato vanno aggiunti 59.300 casi di disabilità intellettuale. Poiché è stato calcolato che ogni punto di quoziente intellettivo perso a causa dell’esposizione prenatale al mercurio è riconducibile a un costo di circa 17.000 euro, un analogo calcolo può essere facilmente esteso all’esposizione a organofosforici.

La giornata si è conclusa con la presentazione della marcia Jai Jagat (“vittoria del mondo”) partita il due ottobre  da Nuova Delhi, proprio nel giorno del centocinquantesimo anniversario della nascita di Gandhi. Una marcia internazionale di 10 mila chilometri che si concluderà a Ginevra il 25 settembre del 2020 per ribadire il messaggio di Gandhi e attirare l’attenzione sull’emergenza ambientale, il diritto alla terra, l’esclusione sociale e la crisi climatica. Maggiori informazioni sul sito www.jaijagat.it