Home > Notizie > Biodinamica: “Libertà a rischio sui campi e in accademia”

Vandana Shiva al fianco di Carlo Triarico per la libertà della scienza e in difesa dell’agricoltura biodinamica. Firmato un documento di collaborazione.

di Carlotta Iarrapino – Associazione per l’agricoltura biodinamica, 9 giugno 2022 | Fonte

Vandana Shiva si schiera con Carlo Triarico per la libertà della scienza e in difesa dell’agricoltura biodinamica e dedica una tappa del suo viaggio in Europa a un incontro pubblico presso la sede dell’Associazione Biodinamica a Firenze. Al tavolo Vandana Shiva, fondatrice e presidente dell’associazione Navdanya International, e Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica. “Non è Carlo Triarico l’eretico, lo sono le multinazionali, si fingono Dio ma non lo sono. La propaganda delle multinazionali non è scienza” ha dichiarato la leader dei movimenti agricoli. Mentre un processo contro il presidente dell’Associazione biodinamica e gravi pressioni mettono a rischio la libertà degli agricoltori, i due hanno sottoscritto un documento di collaborazione, che chiama a raccolta tutte le organizzazioni agricole minacciate nella loro libertà. Con loro, in veste di moderatrice, Nadia El-Hage Scialabba, già dirigente FAO e ricercatrice della Arizona State University.

Scienza nuova religione

Una netta presa di posizione a favore della biodinamica da parte di Vandana Shiva e Nadia El-Hage Scialabba, due personalità di rilievo internazionale, che denunciano anche la gravità delle accuse di stregoneria.  “La scienza oggi è considerata come una nuova religione e come in passato ci ritroviamo ad affrontare la caccia alle streghe”. Afferma Nadia El-Hage Scialabba, una delle massime esperte nel campo dell’agroecologia. “Ultimamente in Italia c’è stato un forte attacco alla biodinamica, anche da parte di un noto fisico premio Nobel. Ma l’attacco al movimento biodinamico è un attacco alla libertà dell’agricoltura e a tutta la comunità”.

Dalla distruzione alla cura

Vandana Shiva, la fisica indiana che da anni si batte per un’agricoltura giusta, ha da poco pubblicato il libro “Dall’avidità alla cura. La rivoluzione necessaria per un’economia sostenibile” nel quale si racconta la storia del paradigma capitalista a partire dalla Compagnia delle Indie, la prima multinazionale, passando dalle influenze di Bacone e Cartesio fino alla finanza moderna e alle sue speculazioni. Per lei oggi siamo a un crocevia: la natura sembra destinata alla distruzione anche a causa della digitalizzazione selvaggia. E la proposta dell’attivista che ha anche ricevuto il prestigioso premio internazionale Right Livelihood Award, per il suo impegno a promuovere una società migliore è un’economia della cura che si basa sulle interconnessioni, realizzata con compassione e fratellanza.

La libertà della ricerca

Triarico, che da anni si batte per la libertà della ricerca scientifica e della vita agricola e che, per questo impegno, sta subendo un processo, dichiara: “Le azioni contro la conoscenza diventano la pretesa di un’autorità di comando sulle coscienze. Mentre contadini e cittadini vogliono scegliere come produrre e cosa mangiare, mentre i ricercatori scelgono la ricerca ecologica, una elite reagisce per cancellare chi fa una scelta libera, che siano cittadini, contadini o ricercatori”. Un esempio è la riduzione dei finanziamenti alla ricerca pubblica. “In mancanza di fondi” denuncia Triarico “c’è un concreto rischio per la libertà di ricerca a causa della dipendenza dai finanziamenti dei grandi gruppi d’interesse. Il caso degli attacchi all’agricoltura biodinamica in Italia, con la richiesta di impedirne l’insegnamento e la stessa ricerca, fino a mettere in crisi le stesse istituzioni che si sono rese disponibili ad accogliere un dibattito, sono un esempio della china pericolosa che non ci possiamo permettere – incalza Triarico -. Per lo storico della scienza se solo un tema fosse precluso alla libertà di ricerca, allora un principio grave si stabilirebbe. Si avvierebbe la strada per una selezione autoritaria degli indirizzi della vita civile. Questa selezione, oggi minacciata, avviene di pari passo alla selezione dei mezzi tecnici e delle varietà agricole, con la concentrazione di poche risorse genetiche e tecniche nelle mani di grandi gruppi multinazionali. “Ciò avviene con l’esclusione progressiva dei contadini e dei loro rappresentanti dalla libertà di esprimere e coltivare l’agrobiodiversità. Le poche voci critiche rischiano poi di essere portate in tribunale. Non possiamo permettere che si spenga in questo modo il dibattito scientifico sul tema della biodiversità contadina e della libertà di coltivazione”.

La cura del vivente

“La conoscenza colonizzatrice, frammentata e distruttiva, ignora la vita. Guarda la natura come se fosse morta”. Eppure, dichiara Vandana Shiva, esperimenti sulle piante hanno dimostrato che queste sono molto più vicine agli esseri umani di quanto si possa pensare. “Quando capisci che anche una pianta è un essere vivente, per prima cosa devi rispettarla e non danneggiarla e poi cercare di capire il suo valore intrinseco”. E illustra poi come la scienza si debba occupare del vivente mentre quella cui assistiamo oggi è “una guerra contro la vita e contro la libertà. Le multinazionali che hanno in mano il potere soffrono della sindrome dell’uomo che gioca a fare Dio. Il nostro ruolo è essere vivi e capire che anche le piante e il suolo hanno una loro intelligenza che deve essere rispettata e curata”.

Digitalizzazione e cibo da laboratorio

Avidità, consumismo e concorrenza, dominano la società attuale. “È una cultura della morte, che brucia chi si oppone, come Giordano Bruno. Ma noi non ci faremo cancellare” dichiara Vandana Shiva.

Nadia El-Hage Scialabba riporta la conversazione sulla sicurezza alimentare e sulle le soluzioni che oggi vengono proposte, brevetti, droni e robotica, cibo artificiale da laboratorio e processi produttivi che eliminano gli agricoltori dai campi.

Interviene Vandana Shiva: “durante 30 anni di neoliberismo le multinazionali e i signori del digitale hanno accumulato grandi ricchezze e oggi accumulano brevetti e la tecnologia monopolistica del genoma editing con cui pretendono che la vita si comporti come un programma digitale. Ma sia il cibo artificiale, sia l’editing genetico sono un inganno. Ci sono decine e decine di ricerche che dimostrano gli effetti dannosi dei nuovi Ogm: secondo una ricerca su Nature, l’inserimento di un gene dell’editing ha indotto 1500 mutazioni e oltre 100 cancellazioni. Fanno finta che ciò sia naturale e spingono verso la deregulation delle normative sulla sicurezza”.

Per arrivare ad una economia della cura da dove cominciare?

“Salvate i semi” afferma Vandana “salvate gli agricoltori e curate i suoli. La biodinamica, come dice il nome, è vita dinamica. L’altra visione non è viva e non è dinamica. La biodinamica cura il seme e cura il suolo, ciò significa essere vivi e occuparsi dell’altro. Guardate all’abbondanza della natura. Una semplice carota può contenere più di 1500 semi e un pomodoro arriva fino a 2500 semi. Un prodotto Ogm è sterile, poiché non è permesso riseminarli. La natura è generosa, la scarsità di cibo è un’illusione capitalistica che diffonde la paura per affermare il monopolio. L’economia della cura crea abbondanza e terrà in vita suoli, piante, animali ed esseri umani”.

“La natura è sovrabbondante ma non spreca” aggiunge Carlo Triarico. “Una piccola parte dei semi è destinata alla riproduzione e gli altri alla nutrizione, attraverso un gesto di amore e di sacrificio. L’economia virtuale uccide la vita e la stessa economia reale. Smaterializza la terra e crea un controspirito, una realtà virtuale, nuovo terreno di conquista monopolistica”. E conclude sottolineando come per arrivare ad una economia della cura sia necessario che ci sia una connessione, un’alleanza tra tutte le associazioni di agricoltori che producono cibo vero, perché “la biodinamica e io stesso, come altri leader contadini, siamo sotto attacco: processi, veti su ricerca e insegnamento e sulla mia stessa possibilità di espressione. L’attacco alla biodinamica non è un caso isolato, se ciascuna delle organizzazioni resteranno sole, saremmo in pericolo. Per questo oggi firmiamo un documento e un appello in soccorso delle organizzazioni degli agricoltori”.

Alleanze

Gli agricoltori, che sfamano il mondo, oggi sono in crisi. Ma se si uniscono possono fare molto, concordano i due presidenti di Navdanya International e dell’Associazione Biodinamica, che al termine dell’incontro hanno sottoscritto un importante Documento d’intesa. Questo è un estratto.

Navdanya International e l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica ritengono fondamentale il principio di cura per il futuro del pianeta. Per questo è tempo che gli agricoltori vengano in soccorso l’un l’altro, si tengono per mano, poiché questa cura reciproca è la loro stessa forza. Le due organizzazioni vogliono essere d’esempio e tendere la mano ad altre organizzazioni agricole, nei diversi metodi e fini, affinché l’economia della cura emerga sull’avidità.

Noi, Navdanya International e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, mano per mano, chiamiamo tutti gli agricoltori che vogliono questa liberazione e ci impegniamo insieme nel fare la nostra parte per co-progettare il futuro di cura del pianeta.


Link utili:

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Documento d’intesa firmato l’8 giugno da Navdanya International e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica


Foto: Vittorio Di Marco