Home > Campaigns > Chiamata all'azione > APPELLO ALL’AZIONE – “Il nostro pane, la nostra libertà” 2022

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In pochi decenni, i sistemi alimentari industriali hanno messo a repentaglio la salute umana e i mezzi di sussistenza, violando le leggi dell’ecologia e quelle della giustizia umana. Stiamo assistendo al dispiegarsi di un progetto globale che intende cancellare le culture rurali, le fattorie agroecologiche, i veri agricoltori, il cibo genuino.

La distopia di una “agricoltura senza agricoltori” e di un “cibo senza fattorie” è spacciata come soluzione ai cambiamenti climatici. La risposta antiecologica alla crisi che i grandi inquinatori stanno imponendo al mondo, è quella di aumentare esponenzialmente la crescita del sistema alimentare industriale basato su immense monocolture intensive, gestite da sistemi robotizzati e dall’intelligenza artificiale, che in molti casi sono destinate a produrre le materie prime utilizzate per creare cibi artificiali in laboratorio.

È tempo di abbandonare questi sistemi economici ad alta intensità di sfruttamento delle risorse e basati sul profitto che hanno creato il caos in tutto il mondo, sconvolgendo gli ecosistemi del pianeta e danneggiando i sistemi sociali. Il passaggio da una globalizzazione corporativa, alimentata dai combustibili fossili, a una localizzazione delle nostre economie è diventato un imperativo ecologico e sociale.

La risposta etica ed ecologica alle crisi attuali è quella di tornare alla Terra e alle sue leggi ecologiche per garantire cibo, salute e lavoro per tutti. Dobbiamo mettere in pratica quanto è stato concordato dalle comunità locali a livello internazionale sulla necessità di creare un’alternativa all’agricoltura industriale e al modello della grande distribuzione.

La creazione di economie ecologiche locali basate sulla rigenerazione del lavoro reale e sulla co-creatività con la natura è l’unica via sostenibile per la terra e le società umane. I veri contadini producono cibo genuino, nutrono il suolo, le piante e gli animali, compresi gli esseri umani. La vera agricoltura ha sostenuto la Terra e le sue civiltà per millenni. Agroecologia, agricoltura rigenerativa, agricoltura naturale e biologica, si basano sulla diversità e sulla cura, riciclando la materia organica e rispettando la “legge del ritorno”.

Il cibo è il grande connettore della rete della vita. Il cibo è un dono della Terra che ci viene dato dal lavoro e dalla fatica di donne, agricoltori, braccianti, pescatori, pastori, orticultori e madri.

Prepariamoci a un recupero della nostra libertà alimentare – attraverso la campagna “Il nostro pane, la nostra libertà” – in cui la salute e il benessere di tutti i popoli e del pianeta siano al centro.

Dal 2 al 16 ottobre 2022 (e oltre…),
vi invitiamo a organizzare assemblee popolari, eventi o azioni
per Il Nostro Pane, la Nostra Libertà,
ovunque vi troviate – nei parchi, nelle piazze, nei giardini, nelle scuole e nelle comunità
– per reclamare e rimodellare il nostro sistema alimentare
e riprenderci i nostri semi, il cibo, la democrazia e la libertà.

Celebriamo la biodiversità della Terra, i nostri semi, i nostri territori, tutti gli esseri viventi, e diamo forma a una nuova democrazia terrestre basata su semi vivi, suoli vivi, comunità sane ed economie di cura viventi.

Scarica il volantino


Iniziative

Napoli, 15 ottobre: Nostro Pane, Nostra Libertà”Dalla Campania e dall’Italia: tante piazze riunite insieme per un mondo di giustizia e di pace, con Vandana Shiva in collegamento dall’India. L’evento è coordinato da Infinitimondi in collaborazione con Navdanya International.

– Aderisci all’iniziativa cliccando qui

Segui tutte le iniziative sul canale YouTube di InfinitiMondi 

Altre iniziative ed eventi




INDICE DEI CONTENUTI

Unisciti all’appelloDate chiaveIdee per agireAltre risorse

Questo contenuto è disponibile anche in: Inglese, Spagnolo, Francese, Tedesco, Portoghese, Brasile
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“Il nostro pane, la nostra libertà”


Quale futuro per il nostro cibo?


Il cibo e la nutrizione sono il flusso e la valuta dei cicli della vita. Il cibo è il grande connettore della rete della vita. Collega gli organismi del suolo con le piante, gli insetti e gli animali.

Il cibo è un dono della Terra che ci viene offerto dal lavoro e dalla fatica di donne, agricoltori, braccianti, pescatori, pastori, giardinieri e madri.

I veri contadini producono cibo vero, che nutre il suolo, le piante e gli animali, compresi gli esseri umani. La vera agricoltura ha sostenuto la Terra e le sue civiltà per millenni. I principi della vera agricoltura: agroecologia, agricoltura rigenerativa, agricoltura naturale e biologica, si basano sulla diversità e sulla cura. Massimizzano la biomassa fotosintetica per molteplici funzioni e usi, riciclando la materia organica e rispettando la “legge del ritorno”.

Il cibo vero è un diritto di tutti gli esseri viventi. Alimentarsi significa essere vivi. Nutrirsi di cibo vero significa stare bene e in salute. Il cibo vero, sano e genuino è al centro della salute del pianeta, oltre che della nostra salute e del nostro benessere.

I sistemi alimentari industriali basati su combustibili fossili e sostanze chimiche esistono da meno di un secolo. In pochi decenni, i sistemi alimentari industriali hanno distrutto gli ecosistemi della Terra, la salute umana e i mezzi di sussistenza, violando direttamente le leggi dell’ecologia e quelle della giustizia umana.

Il sistema industriale globalizzato di produzione di merci, sta contribuendo alla distruzione ecologica dei processi vitali della Terra e della salute del pianeta. Ha contribuito alla comparsa di nuove malattie infettive (come l’Ebola, l’HIV, la ZIKA, il vaiolo delle scimmie e così via) a causa dell’invasione degli ecosistemi forestali. Ha contribuito all’aumento di malattie croniche non trasmissibili come il cancro, il diabete, l’infertilità e le malattie neurodegenerative. Le emergenze ecologiche sono i disturbi metabolici del sistema planetario, proprio come i disturbi metabolici dell’organismo umano, che stanno portando all’emergenza sanitaria.

L’attuale crisi dei prezzi e la crisi alimentare imminente non sono un sintomo dell’invasione russa dell’Ucraina, ma di un sistema che si è spinto troppo oltre. Secondo la FAO, la Banca Mondiale e il Gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili (IPES), al momento non c’è alcun rischio di scarsità di approvvigionamento alimentare a livello mondiale.

Siccome il cibo è stato ridotto a un bene finanziario e a una merce, l’eccesso di speculazione dovuto alla finanziarizzazione del cibo è alla base della crisi. Che si traduce in forti aumenti dei prezzi per i consumatori e in maggiori guadagni economici per gli operatori finanziari e le grandi multinazionali dell’agricoltura. Ciò che viene sistematicamente ignorato dalla maggior parte delle diagnosi sull’attuale crisi alimentare è che il problema non risiede in una mancanza di offerta o di integrazione del mercato, ma piuttosto nel modo in cui il sistema alimentare è strutturato intorno a sistemi di potere.

È tempo di abbandonare questi sistemi economici ad alta intensità di sfruttamento delle risorse e basati sul profitto che hanno creato il caos in tutto il mondo, sconvolgendo gli ecosistemi del pianeta e danneggiando i sistemi sociali per la salute, la giustizia e la democrazia.

Il passaggio da una globalizzazione corporativa alimentata dai combustibili fossili a una localizzazione delle nostre economie è diventato un imperativo ecologico e sociale.

Dobbiamo mettere in pratica quanto è stato concordato dalle comunità a livello internazionale sulla necessità di creare un’alternativa all’agricoltura industriale e al modello della grande distribuzione. La creazione di economie ecologiche locali basate sulla rigenerazione del lavoro reale e sulla co-creatività con la natura è l’unica via sostenibile per la terra e le società umane.

La risposta etica ed ecologica alle crisi attuali è quella di tornare alla Terra e alle sue leggi ecologiche per garantire cibo per tutti, salute per tutti, lavoro per tutti.

La risposta antiecologica è quella di aumentare esponenzialmente la crescita del sistema alimentare industriale. Distruggere le vere fattorie, i veri agricoltori, il vero cibo e imporre fattorie iperindustriali a monocoltura, gestite da robot e intelligenza artificiale, per produrre materie prime di carboidrati, proteine e aminoacidi per sistemi alimentari industriali artificiali creati in laboratorio. Questa è la distopia dell'”agricoltura senza agricoltori” e del “cibo senza fattorie”. La falsa soluzione che i grandi inquinatori che hanno contribuito maggiormente al cambiamento climatico stanno imponendo al mondo.

I sistemi alimentari industriali si basano sulla separazione e sulla specializzazione come monocolture unidimensionali.

“La natura non separa mai il mondo animale da quello vegetale. È un errore che non può tollerare e, tra tutti gli errori commessi dall’agricoltura moderna, l’abbandono delle pratiche miste di coltivazione di colture e allevamento di animali è stato il più fatale.” Albert Howard, The Soil and Health: A Study of Organic Agriculture (Il suolo e la salute: Uno studio sull’agricoltura biologica).

Rivendicare la libertà dei semi e la libertà alimentare è il nostro dovere ecologico ed etico nei confronti della Terra, della nostra famiglia terrestre e dell’umanità.

Come afferma Nadia El Hage nella sua “Chiamata all’azione ai contadini, ai pastori, alle popolazioni indigene e a tutti i consumatori che si preoccupano della buona qualità del cibo – Basta con gli attacchi alle culture agro-silvo-pastorali”: “L’attuale contesto della politica alimentare è determinato da un’agenda globale implicita che cerca di sostituire la produzione animale terrestre con proteine prodotte in laboratorio. Questa tendenza è sostenuta da una campagna globale contro la produzione di bestiame, e in particolare contro gli animali allevati con metodo biologico“.

Si è volutamente creata una confusione tra gli allevamenti intensivi basati sullo sfruttamento, che possono contare su enormi sussidi pubblici, e i piccoli allevamenti ecologici che sono parte essenziale di un sistema integrato. Di conseguenza, gli animali sono spesso visti come il problema principale dei moderni sistemi alimentari e molti sostengono la necessità di eliminarli. È fondamentale capire la differenza tra i due sistemi: mentre i piccoli agricoltori integrano gli animali come diversità vitale in un agroecosistema funzionale, non torturano e non sovrappopolano, gli allevamenti intensivi sono caratterizzati da un numero enorme di animali stipati in condizioni deplorevoli, che emettono gas serra.

Stiamo vedendo come questa agenda globale per cancellare le culture basate sulla terra ignori le stesse crisi che ha creato. Come nel caso della brucellosi che si sta diffondendo tra le bufale in Italia, causata dai sistemi di allevamento intensivo. La narrazione distorta utilizza questo fenomeno come mezzo per imporre false soluzioni al cambiamento climatico e alla scarsità di cibo. L’abbattimento di questi animali, reso necessario dalla produzione di tipo industriale, sta ora distruggendo anche i mezzi di sostentamento dei veri piccoli produttori di mozzarella. In mezzo a questa distruzione del cibo vero e della cultura del cibo vero, le aziende del cibo artificiale traggono vantaggio dalla distruzione. Come, per esempio, la start-up tedesca Formo, che sta ricevendo finanziamenti record per produrre ricotta e mozzarella artificiale in laboratorio.


Prepariamoci a una rinascita – attraverso la campagna “Il nostro pane la nostra libertà” – che metta la salute e il benessere di tutti i popoli e del pianeta al centro di tutte le politiche governative e istituzionali, della costruzione delle comunità e dell’azione civica.

“Sintonizziamo il nostro potenziale creativo con quelle leggi superiori e universali di ecologia e umanità che rendono possibili la vita e il benessere per tutti” – Dr. Vandana Shiva.

CHIAMATA ALL’AZIONE PER LA LIBERTA’ E LA SOVRANITA’ ALIMENTARE E DEI SEMI

  1. Diritto di salvare e condividere i semi a impollinazione libera che ci forniscono nutrimento e resilienza climatica. No ai brevetti sulla vita e ai brevetti sui semi.
  2. Diritto alla salute e alla sicurezza, alla sovranità e alla libertà alimentare. Diritto alle norme di biosicurezza che regolano gli OGM – vecchi e nuovi. La deregolamentazione viola i diritti democratici dei cittadini e i diritti della Madre Terra e dell’integrità della sua specie.
  3. Diritti dei contadini e diritti degli agricoltori, dei pastori e dei pescatori ai mezzi di sussistenza e al loro diritto di fornire alla società cibo vero, sano e nutriente.
  4. Libertà di tutti gli esseri viventi dai veleni e dai prodotti agrochimici che sono alla base dell’agricoltura industriale. Diritto a praticare diversi sistemi di coltivazione con la natura: agroecologia, agricoltura rigenerativa, agricoltura biologica e naturale.
  5. Libertà dai combustibili fossili e dai sistemi energetici negativi che consumano 10 volte più energia esterna di quella che producono.
  6. Diritto al cibo per tutti e libertà da speculazioni e monopoli che creano aumento dei prezzi e scarsità, privando le popolazioni più povere e vulnerabili dell’accesso al cibo. Il cibo è un bene pubblico e i governi hanno il dovere di regolamentare i colossi finanziari e garantire che nessuno soffra la fame.
  7. La libertà di conservare la nostra biodiversità di piante e animali e di partecipare alle nostre diverse culture e ai nostri sistemi di conoscenza che rigenerano il pianeta, la nostra vita, la nostra salute e la nostra libertà.
  8. Il nostro pane, il nostro cibo, è la nostra libertà. Siamo co-creatori e coproduttori con i nostri simili che sono membri di un’unica famiglia terrestre: i nostri animali nei piccoli allevamenti e nei pascoli, i pesci nelle nostre acque, i lombrichi e i funghi micorrizici nel suolo, gli insetti che tessono la rete della vita e la rete alimentare.

FATECI SAPERE dei vostri eventi e/o azioni, delle vostre idee e del vostro lavoro. inviateci foto dei vostri orti, giardini o terrazze, di progetti e iniziative nella vostra comunità, per mettervi così in contatto e scambiare esperienze con altre comunità in tutto il mondo. Modulo di contattoEmail

Hashtags #OurBreadOurFreedom #PoisonFreeFoodFarming


Calendario delle giornate d’azione. Dal 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, al 16 ottobre, Giornata mondiale dell’alimentazione

2 ottobre, Giornata del Satyagraha La forza della verità, la verità dell’agricoltura e dell’alimentazione.

4 ottobre, Giornata del benessere animale: Giornata celebrata ogni anno a livello internazionale, nel giorno della festa di Francesco d’Assisi.

5 ottobre, Giornata mondiale degli insegnanti. 

7 ottobre, Giornata mondiale del cotone.

15 ottobre, Giornata delle donne rurali.

16 ottobre, Giornata mondiale dell’alimentazione – Il nostro pane, la nostra libertà.

Creare un orto

Cucinare e condividere il cibo in un pasto comunitario

Salvare i propri semi

Collaborare con gli agricoltori per creare comunità del cibo reale per la libertà alimentare.


Idee per agire

  • Promuovere e tutelare la ricchezza della biodiversità nelle nostre foreste, nelle nostre fattorie e nel nostro cibo per fermare la distruzione della terra ed evitare la sesta estinzione di massa.
  • Promuovere il cibo locale, biologico e sano sostenendo sistemi alimentari biodiversi e locali e culture ed economie della cura (mercati agricoli, biodistretti gestiti dalle comunità).
  • Praticare l’agricoltura sostenibile basata sull’integrazione fra la diversità delle colture, degli alberi e degli animali.
  • Conservare, coltivare e riprodurre varietà di semi tradizionali per salvaguardare la biodiversità. Questi non devono essere conservati come pezzi da museo nelle banche di germoplasma, ma come fondamento per la promozione di sistemi di salute in banche di semi vive/attive.
  • Supportare, rigenerare e rafforzare le comunità.
  • Creare Orti di Speranza, Orti di Salute ovunque – nei giardini pubblici, nelle istituzioni, nelle scuole, nei carceri, negli ospedali, nelle città e in campagna.
  • Chiedere al vostro governo di smettere di sovvenzionare l’agricoltura industriale e sistemi insalubri che causano l’aumento delle malattie croniche. I sussidi pubblici dovrebbero essere riorientati verso sistemi basati sui principi dell’agroecologia e della conservazione della biodiversità, che forniscono benefici per la salute e tutelano il bene comune.
  • Esigere che il vostro governo interrompa i sussidi e ulteriori investimenti nel settore dei combustibili fossili, compresi i contributi agricoli basati sull’uso dei combustibili fossili, come vera e propria azione a favore del clima.
  • Esigere che il vostro governo locale/nazionale, il vostro comune smettano di sostenere la diffusione del cibo spazzatura industriale e di sistemi alimentari insalubri, derivanti da prodotti tossici e nutrizionalmente vuoti.
  • Esigere che il vostro governo locale/nazionale, il vostro comune pongano fine alle monocolture, alla manipolazione genetica delle piante e all’allevamento di animali che diffondono agenti patogeni e che sviluppano resistenza agli antibiotici.
  • Chiedere al vostro governo di fermare la deforestazione, che si sta espandendo in maniera esponenziale in nome delle monocolture industriali di interesse delle grande aziende. Le foreste sono i polmoni della Terra.
  • Chiedere al vostro governo e agli organismi internazionali di introdurre politiche per valutare i costi dei danni alla salute e all’ambiente causati dalle sostanze chimiche e di applicare il principio del “chi inquina paga”.
  • Esigere che il vostro governo e gli organismi internazionali pongano la Salute come priorità rispetto agli interessi delle grandi aziende per quanto riguarda l’uso di prodotti chimici e pesticidi nell’alimentazione e nell’agricoltura. Deve essere messo in atto il principio di precauzione.

Leggi anche:

Mobilitarsi contro la crisi alimentare

Seminare fame, raccogliere profitti

Manifesto: Economia della Cura e Democrazia della Terra

BIODIVERSITA’ E’ VITA

Curare e rigenerare: ecologia profonda per trasformare i sistemi alimentari


Una storia – Il pane chapati – simbolo di resistenza nell’India colonizzata sotto il dominio britannico

Il Chapati è un pane piatto fatto di farina d’orzo e di grano, tradizionalmente cotto su una piastra, ed è l’alimento base dell’India.
Nel 1857 divenne il primo simbolo della resistenza contro il dominio coloniale in India, iniziato nei Territori del Nord dopo la Compagnia delle Indie Orientali iniziò a stabilire il suo dominio con la riscossione delle tasse circa 100 anni prima. Il movimento del Chapati si diffuse rapidamente in tutta l’India. Un messaggero si presentava con la focaccia Chapati, la consegnava al capo villaggio, che ne preparava una nuova e la spediva al villaggio successivo. Non venivano trasmesse parole o messaggi scritti, cosi’ impedendo che il movimento di resistenza venisse intercettato, e si diffuse rapidamente e silenziosamente in tutta l’India rurale, con diretta intenzione, da villaggio a villaggio e da persona a persona.
Più tardi, all’inizio del 1900, Gandhi iniziò il movimento Satyagraha di resistenza non violenta contro le leggi ingiuste che portò alla liberazione dal dominio coloniale e all’indipendenza dell’India nel 1947.