Home > Eventi > Vandana Shiva alla Fabbrica del Vapore a Milano: per una transizione ecofemminista portatrice di soluzioni ai problemi ambientali e sociali

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La conferenza di Vandana Shiva, presidente di Navdanya International tenutasi il 2 maggio, in occasione della manifestazione “Vetrine di libertà”, e organizzata dalla Libreria delle Donne di Milano, ha richiamato quasi 300 persone e una massiccia presenza dei media.

L’attivista politica indiana ha coinvolto il pubblico numeroso ed eterogeneo, con un’elevata presenza di giovani e donne, scandendo chiaramente il suo messaggio di denuncia nei confronti dell’attuale sistema economico capitalista globalizzato.

Come riporta l’articolo Vandana Shiva per «Vetrine di libertà» apparso sul Corriere della Sera (La 27ma Ora), Vandana Shiva ha dichiarato: «È stupefacente che sia proprio la voce dei giovani la più alta di tutte in questo momento di emergenza. E non parlano solo di clima, ma di estinzione di intere specie, di veleni, di diseguaglianze economiche». Ha proseguito poi dicendo che «I combustibili fossili e l’anidride carbonica nell’atmosfera non sono gli unici problemi. Secondo le nostre ricerche l’emergenza più grave è legata alla distruzione delle specie di insetti, api, farfalle. È la sesta estinzione di massa, e gli avi dei pesticidi e delle sostanze chimiche oggi utilizzati in agricoltura sono gli stessi gas usati nei campi di concentramento di Hitler. L’ho capito quando sono tornata in India nel 1984, vedendo il disastro ambientale di Bhopal, nel distretto di Madhya Pradesh, avvenuto a causa della fuoriuscita dallo stabilimento di 40 tonnellate di isocianato di metile, che provocò la morte di settemila persone ed è ancora oggi responsabile della nascita di bambini con malformazioni. Per questo ho cominciato ad interessarmi all’agricoltura. Chi produce i veleni? Ora la Bayer ha comprato la Monsanto. Ero a Parigi la scorsa settimana seduta con i giovani che scioperavano per il clima e poi in 600 hanno protestato davanti alla sede della Bayer. Un unico processo sta uccidendo la vita e modificando il clima… E l’azoto nell’atmosfera è ancora più pericoloso dell’anidride carbonica. La Bayer ci dice che creeremo cibo dall’aria, intanto hanno distrutto la terra che è diventata grigia e sperperato l’acqua per creare fertilizzanti».

Riferendosi a dati ed esperienze, raccolti durante i suoi anni di studio e attivismo, Vandana Shiva ha parlato dell’insostenibilità del modello di sviluppo portato avanti dalle multinazionali: le risorse naturali, la salute degli esseri umani e i loro bisogni essenziali vengono trattati come merce per creare profitto e questo comporta la distruzione dei sistemi della vita stessa.

I problemi ambientali e sociali come l’inquinamento, le malattie causate dalle sostanze tossiche presenti nel cibo e nell’ambiente, la distruzione della fertilità del suolo, la povertà e le disuguaglianze economiche e sociali, sono non solo la causa, ma anche lo strumento per la produzione di una ricchezza per pochi.

Vandana Shiva ha mostrato nel suo discorso come queste problematiche siano interconnesse e derivino da una mentalità basata sull’odio e l’avidità, e come l’individualismo sia solamente in grado di proporre la fuga o l’estinzione come uniche soluzioni alla crisi.

La proposta di cui la presidente di Navdanya International si fa portavoce è un cambiamento di modello sia culturale sia materiale che definisce: “transizione ecofemminista”. Si tratta di una mentalità alternativa alla quella imposta dalla società patriarcale capitalista, che apre la strada ad una nuova soluzione: la capacità di prendersi cura della terra e della vita e di ridefinire  il  significato di  parole come innovazione, scienza, investimento e lavoro, che non sia non più basato sull’utilitarismo e sul denaro.

“L’amore e il prendersi cura sono il più grande investimento”, ha spiegato Vandana Shiva, così come anche: “La vera grandezza è la solidarietà di un gran numero di persone e non la concentrazione di potere nelle mani di pochi”.

Alla conferenza è intervenuta inoltre Fiorella Belpoggi, direttrice dell’area ricerca dell’Istituto Ramazzini, specializzato nella ricerca su pesticidi ed altri agenti inquinanti e sui loro effetti sulla salute umana.


Articolo: Camilla Zoppolato e Navdanya International.
Fotografie: Camilla Zoppolato
Video:
– Intervista a Fiorella Belpoggi – Riprese video: Camilla Zoppolato. Post-produzione: Navdanya International.
– Conferenza: Libreria delle Donne di Milano.