Di Manlio Masucci, Navdanya International – Lifegate, 24 aprile 2019 | Fonte
Il tour italiano di Navdanya International è un invito a una mobilitazione globale per un’alimentazione e un’agricoltura senza pesticidi. “Le alternative esistono e sono la rigenerazione dei suoli, la filiera corta e la salvaguardia della biodiversità”.
“Ciascuno di noi può invertire l’attuale tendenza disastrosa con le proprie piccole grandi scelte quotidiane: possiamo cambiare il mondo ad ogni boccone, ad ogni abito, ad ogni viaggio, ad ogni acquisto. Dobbiamo riprenderci il diritto di conservare i semi e la biodiversità. Il diritto al nutrimento e al cibo sano. Il diritto di proteggere la terra e le sue diverse specie. Dobbiamo fermare il furto delle multinazionali a danno dei poveri e della natura. La democrazia alimentare è al centro dell’agenda per la democrazia e i diritti umani, al centro del programma per la sostenibilità ecologica e la giustizia sociale”.
È questo il messaggio della campagna internazionale Per un’alimentazione e un’agricoltura libera da veleni di Navdanya International, nelle parole della sua presidente Vandana Shiva, che si propone di sviluppare un movimento globale coeso per un cambiamento del paradigma produttivo. E i cittadini italiani e di tutto il mondo sono pronti per una transizione basata su un modello economico che garantisca tutti un’alimentazione nutriente, sana, che non faccia esclusivamente gli interessi delle grandi multinazionali dell’agrobusiness e della grande distribuzione organizzata.
Per un’alimentazione e un’agricoltura libera da veleni
Ed è proprio per diffondere queste idee che Navdanya International e Vandana Shiva hanno intrapreso un tour di mobilitazione che ha toccato varie località italiane, da Campobasso a Bassano del Grappa, Bolzano, Malles, Trento e Torino. Questo tour ha rappresentato per l’organizzazione che si batte per la sovranità alimentare un’occasione per constatare da un lato l’estensione e l’impatto delle monocolture intensive sulle comunità e dall’altro la forte volontà degli stessi cittadini di fare rete contro questa deriva tossica, nonostante le discutibili scelte del Governo in tema di politiche ambientali.
La consapevolezza che un altro modo di produrre cibo e alimentarsi senza danneggiare il Pianeta e le persone è possibile si sta dunque diffondendo attirando sempre più adesioni. L’ultima è quella di Don Ciotti che in un incontro con Vandana Shiva ha commentato le distorsioni dell’attuale sistema economico: “Se siamo seri, quando diciamo di voler mettere fine alla povertà, allora dobbiamo mettere fine ai sistemi che creano la povertà derubando i poveri dei loro beni comuni, dei loro stili di vita e dei loro guadagni. Prima di poter far diventare la povertà storia, dobbiamo considerare correttamente la storia della povertà. Il punto non è quanto le nazioni ricche possono dare, il punto è quanto meno possono prendere”.
Il tour di Vandana Shiva per chiedere suolo e cibo sani
L’evento organizzato a Bassano del Grappa, ha rappresentato una continuazione ideale della conferenza stampa organizzata da Navdanya International lo scorso 7 marzo presso la Camera dei deputati dove, a fianco di Vandana Shiva, sono intervenuti rappresentanti dei movimenti locali del Veneto che stanno protestando contro il massiccio uso di pesticidi nelle coltivazioni di prosecco.
Non è vero che bisogna usare pesticidi per creare profitto, si può avere profitto anche senza i pesticidi. Lo dimostra il fatto che sono molte le aziende, anche vitivinicole, che lavorano in biodinamico con grande successo. — Salvatore Ceccarelli, membro del consiglio direttivo di Navdanya International
Le associazioni locali hanno avuto occasione di incontrare due leader mondiali del pensiero ecologico, Vandana Shiva e Salvatore Ceccarelli (rispettivamente presidente e membro del consiglio direttivo di Navdanya International), durante l’incontro gratuito con il pubblico che ha visto la presenza di oltre 1.500 persone giunte da ogni parte del Veneto e dalle regioni limitrofe.
Siamo immersi in un sistema di sviluppo non umano che ruba dalla natura e dagli uomini e che è responsabile di ecocidio e genocidio. Ma la salute della Terra e la salute delle persone sono una cosa sola. Le alternative esistono e si basano sulla rigenerazione dei suoli tramite l’agroecologia, la salvaguardia della biodiversità, la promozione della filiera corta e di sistemi alimentari a chilometro zero. — Vandana Shiva, presidente Navdanya
Se in Veneto il problema è la monocoltura della vite, in Alto Adige invece è quella delle mele. L’11 aprile la presidente di Navdanya International ha visitato il paesino della Val Venosta che aveva decretato attraverso un referendum comunale la volontà dei cittadini per un comune senza pesticidi, da cui era stato prodotto un regolamento municipale congelato dal Tar: “Vorrei che ci fossero molti Malles nel mondo”, ha dichiarato Vandana Shiva. “Perché Malles non combatte solo per se stessa ma rappresenta un’importante esperienza pionieristica per il mondo intero.
L’agricoltura è la cultura del suolo e del territorio. Ed è esattamente questo che stiamo distruggendo con i veleni. — Vandana Shiva, presidente Navdanya
Già nell’ottobre 2017, a Nuova Delhi, in India, Navdanya aveva riunito comunità delle Alpi, rappresentate dal sindaco di Malles, e le comunità dell’Himalaya che coltivano la terra senza utilizzare sostanze chimiche, per prendere un comune impegno e dare inizio ad una rete di comunità libere da veleni a livello globale. L’incontro dell’11 aprile ha rappresentato l’occasione per sottoscrivere insieme un rinnovato impegno a favore di una immediata transizione verso modelli produttivi agroecologici capaci di rispettare la biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici.
On 11 April @drvandanashiva of #NavdanyaInternational & the Mayor of #Mals will jointly sign a renewed commitment for an immediate transition to #agroecological & #PesticideFree food production models that respect #biodiversity & counter the climate crisis https://t.co/ZKK5XQXFzF pic.twitter.com/6Ppa85mckh
— Navdanya International (@NavdanyaInt) April 9, 2019
L’evento a Bolzano ha ospitato Vandana Shiva per discutere dei risvolti economici della transizione verso un modello produttivo ecologico e sostenibile: il recente manifesto Food for health dimostra come la transizione non sia solo conveniente per la salute delle persone e del pianeta ma anche per l’economia. Oltre che beneficiare l’economia, può l’agroecologia riuscire là dove l’agricoltura convenzionale ha fallito, ovvero nutrire la crescente popolazione mondiale? Se ne è parlato a Trento, dove l’attivista e scienziata indiana ha tenuto una conferenza in occasione dei dieci anni di attività dell’associazione L’Ortazzo.
Non abbiamo mai avuto una situazione del genere nella storia dell’umanità, sappiamo esattamente cosa succederà fra 100 anni ma per cambiare rotta, per evitare la nostra stessa estinzione abbiamo solo 10 anni! — Vandana Shiva, presidente Navdanya
Cambiare modello di sviluppo per riportare salute alla Terra e i suoi abitanti
Per operare la transizione sarà necessario anche un cambio di paradigma culturale. Vandana Shiva è stata intervistata dal giornalista Stefano Liberti nell’ambito della manifestazione Poietika a Campobasso: “Nel sistema Natura – ha affermato Vandana Shiva – non esistono cibi costosi e cibi economici. È il sistema del commercio, gestito dalle multinazionali, che ha creato questa differenza. E la nostra alimentazione è peggiorata a causa di questo tipo di commercio. Nessuna società dignitosa permette che ci sia un cibo per i ricchi e un cibo per i poveri. È questo che dobbiamo cambiare!” La presidente di Navdanya International è stata infine ospite del Valsusa Fim Fest, dove ha preso atto della richiesta della società civile nei confronti delle istituzioni a protezione del proprio territorio da investimenti speculativi che non sembrano essere in linea con la volontà espressa democraticamente dalle comunità locali.
Nel sistema Natura non esistono cibi costosi e cibi economici. È il sistema del commercio che ha creato questa differenza. — Vandana Shiva, presidente Navdanya
Questo tour ha segnato l’inizio della crescita di un movimento e si oppone alla deriva devastante che si sta abbattendo sui territori, sui suoli, sulle falde acquifere, minacciando la salute e il benessere della popolazione. Un movimento che intende reclamare un modello di sviluppo sostenibile, basato su pratiche agricole ecologiche, che, come già ampiamente dimostrato da numerosi studi di settore, offre gli strumenti per riportare salute alla Terra e ai suoi abitanti, eliminando i costi esternalizzati che gravano sulle tasche dei contribuenti.