
Nel corso del progetto, i 40 giovani partecipanti hanno intrapreso un percorso di scoperta immersiva, esplorando le profonde interconnessioni tra suolo, ecosistemi e comunità umane.
Le attività hanno avuto inizio in aula, dove gli studenti hanno analizzato il paesaggio locale e il cambiamento epocale causato dalle monoculture. Un momento significativo è stato l’osservazione dei paesaggi attraverso pitture storiche, che mostrano come il territorio fosse prima della rivoluzione industriale: paesaggi ricchi di biodiversità, privi di monocolture e di divisioni geometriche, testimoniando un rapporto più armonioso tra comunità umane e natura. Questa pratica ha permesso di collegare l’evoluzione del territorio alle trasformazioni ambientali, offrendo una prospettiva unica su come arte e scienza possano dialogare per comprendere la storia ecologica dei nostri paesaggi.
Durante le uscite nel bosco di Trevignano Romano, la natura si è trasformata in una vera aula all’aperto. Una riflessione sull’importanza del suolo per comprendere come un suolo sano sia sinonimo di un suolo vivo e come esso costituisca la base degli ecosistemi e dei sistemi di produzione alimentare. Attraverso passeggiate strutturate con tappe di osservazione, i ragazzi hanno esaminato la stratificazione della vegetazione, la qualità del suolo e le interazioni tra organismi. Analizzando campioni di suolo, hanno scoperto l’importanza degli organismi viventi nel mantenere la fertilità e la capacità del suolo di trattenere umidità, fondamentale per mitigare gli effetti degli eventi climatici estremi.
L’approccio esperienziale è stato rafforzato dall’integrazione di attività artistiche: i partecipanti hanno utilizzato pigmenti naturali per elaborare la propria visione di convivenza tra uomo e natura e rappresentare visivamente i processi ecologici, collegando arte, natura e osservazione.
Il percorso didattico, che si struttura in 3 workshop e 6 uscite didattiche, ha portato i ragazzi a esplorare il suolo ideale del bosco, ricco di vita, e il suolo antropizzato dalla coltivazione industriale. Questo ha favorito una comprensione relazionale della terra come partner vivo e ha stimolato la visione di sistemi alimentari rigenerativi.
Attraverso questi percorsi, Navdanya International mira a formare giovani custodi di biodiversità, capaci di rigenerare il suolo, proteggere la biodiversità e rafforzare la resilienza delle comunità. L’esperienza diretta e la riflessione critica permettono agli studenti di sviluppare consapevolezza ecologica e responsabilità verso il pianeta, affrontando le sfide della perdita di biodiversità e della crisi climatica.