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Stop TTIP Stop Ceta Italia, 21 marzo 2019 | Fonte

In queste ore, dal New York Times in poi, da fonti autorevoli si moltiplicano le notizia e le conferme secondo le quali il Governo Italiano sarebbe pronto ad allinearsi alla Germania nell’appoggiare la Commissione Europea perché negozi con Donald Trump per nome e per conto di tutti i suoi cittadini una nuova versione del Trattato transatlantico degli scambi e degli investimenti, il Ri-TTIP di cui da mesi denunciamo il ritorno. Il tutto nonostante Trump ancora in queste ore, a mezzo stampa, minacci l’Europa con nuovi dazi e nonostante tanti parlamentari europei, compresi quelli dei partiti di maggioranza, abbiano votato emendamenti in cui chiedevano il ritiro del mandato alla Commissione.

Se proveranno a dire che questo non è un TTIP, li smentisce la struttura del trattato che ne ricalca le richieste centrali su dazi e cooperazione regolatoria, che tanto ci preoccupavano e li indignavano quando erano all’opposizione.

Se proveranno a dire che, grazie alle loro pressioni l’agricoltura non sarà interessata dalla liberalizzazione dei dazi, ci toccherà far loro presente, come anche hanno segnalato autorevoli loro parlamentari, che la Commissione, per ridurre i dazi esistenti e possibili sui beni industriali, chiede il mandato “armonizzare” norme e regolamenti senza alcuna eccezione o limite. Le regole sull’agricoltura e la sicurezza alimentare sono sullo stesso tavolo con tutte le altre.

Stati Uniti e Commissione Europea potranno negoziare le nostre regole e gli standard sulla chimica, la sicurezza alimentare, l’autorizzazione al commercio degli Ogm e farmaci che tanto danno fastidio alla grande industria loro e nostra.  La Commissione, inoltre, con un certo spregio delle regole dell’Unione, ha rinunciato a effettuare qualsiasi valutazione d’impatto, che è tuttavia obbligatoria nel caso di negoziati commerciali “significativi”. Elucubra, dunque, sui possibili guadagni economici previsti, ma non è in grado di indicare gli impatti previsti in termini di posti di lavoro o emissioni di gas serra.

Siamo scesi in piazza in milioni in tutta Europa perché studi indipendenti hanno dimostrato che il TTIP poteva distruggere centinaia di migliaia di posti di lavoro. Pensano che resteremo in silenzio di fronte alle minacce di Trump che continuano,  mentre assicura al proprio Congresso che porterà a casa un risultato “significativo per l’agricoltura statunitense in Europa, riducendo o eliminando le tariffe, eliminando (…) le barriere non tariffarie che discriminano i prodotti agricoli statunitensi “?

Se l’Italia piega le ginocchia di fronte alle esigenze dell’automotive tedesco, accettando di mettere a rischio il nostro patrimonio più distintivo, come potrà continuare a essere credibile quando parla di sovranità e valori costituzionali a un passo dalle elezioni UE?

Come Campagna Stop TTIP/CETA Italia ci allineiamo alle voci delle altre campagne nazionali, per chiedere al Governo italiano la coerenza con gli impegni presi in campagna elettorale, e anche con il contratto di Governo che elenca il TTIP tra i trattati che riducono la capacità degli Stati di tutelate i propri cittadini.