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Di Vandana Shiva – Centro Sereno Regis, 21 ottobre 2019 | Fonte

SATYAGRAHA per la vita. Mettere a dimora i semi della vita e della libertà attraverso il potere della verità, della creatività e della nonviolenza.

Il 2 ottobre 2019 – a 150 anni dalla nascita di Gandhi – nella città di Bangalore sta nascendo una nuova Satyagraha per una economia sacra. Come ha comunicato in sintesi la Gram Seva Sangh di Bangalore, un’economia sacra è tale se è “un sistema di produzione che crea il maggior numero di posti di lavoro con il minore investimento di capitale, e anche con il minor danno alla natura.

Mi unirò a questo Satyagraha, inteso come Satyagraha per la vita.

Satyagrahala forza della verità – è la parola usata da Gandhi per indicare la non-cooperazione e la non-partecipazione con sistemi, strutture, leggi, paradigmi, politiche che distruggono la terra e  rubano la nostra umanità e le nostre libertà,  che frantumano il nostro potenziale di compassione e condivisione, che atrofizzano i nostri cuori, le nostre menti, le nostre mani.

Satyagraha, la forza e il potere della verità che si esprime in una forma creativa nonviolenta, è fondamentale per la nostra libertà in un periodo in cui domina la ‘post-verità’, in cui illusioni e artefatti sostituiscono la realtà, colonizzano la terra e le menti, e ci inducono a credere che la nostra schiavitù e sottomissione rappresentino forme di progresso e liberazione.

Satyagraha è la pratica più profonda di democrazia: dire NO dal più profondo della coscienza rappresenta un dovere morale a non cooperare con leggi ingiuste e brutali, e con processi antidemocratici di sfruttamento: è alle leggi più elevate che dobbiamo obbedire.

Oggigiorno le leggi brutali imposte dal paradigma economico dominante, espressione della globalizzazione delle imprese multinazionali, sono basate su un’ avidità senza limiti: l’illusione di una crescita illimitata ci sta portando all’estinzione. Siamo di fronte a manifestazioni di ecocidio e di genocidio.

Prendendo atto di questa emergenza planetaria, e dell’emergenza sociale ed economica create dalla disoccupazione, dai debiti e dai suicidi dei contadini, riconosciamo il bisogno di una Satyagraha per la vita: per proteggere la Terra, per difendere i diritti e le fonti di vita dei piccoli contadini, dei tribali, degli artigiani, per creare modalità di lavoro auto-organizzato che siano dignitose, significative, creative, inserite in economie viventi che rigenerino la terra e i modi di vivere della gente e diano speranza per il futuro.

Il passaggio da una globalizzazione pilotata dalle aziende multinazionali alimentate dai combustibili fossili a una progressiva localizzazione delle nostre economie è diventato un imperativo ecologico e sociale. Sostenere un’economia locale implica che tutto ciò che viene prodotto localmente, facendo uso di risorse locali, dovrebbe essere protetto, in modo da proteggere sia la vita delle persone, sia l’ambiente.    E’ il concetto che Gandhi definiva come Swadeshi.

Gandhi definì lo swadeshi come “quella nostra propensione a limitarci a utilizzare beni e servizi dell’ambiente a noi vicino, escludendo le aree più remote” Essere presenti e radicati nella realtà locale è diventato un imperative etico ed ecologico. Riduce la nostra impronta ecologica e al tempo stesso esalta e stimola le nostre potenzialità a lavorare con le mani, aprendo nuove possibilità di lavoro creativo e di qualità, e migliorando il nostro benessere. Questo nuovo orientamento spezza il circolo vizioso tra produzione e consumo, e ripristina il ciclo virtuoso del carbonio, che era stato spezzato, e conduceva verso il caos climatico.

Il sistema agricolo e alimentare industriale basato  sui combustibili fossili e sull’uso di veleni è proprio al cuore dell’emergenza planetaria, segnata dal collasso dell’economia basata sul lavoro agricolo, dai suicidi dei contadini, dalla crisi  sanitaria, dal problema della fame.  Il processo ulteriore di industrializzazione, basato su una agricoltura senza contadini e sulla produzione di cibo spazzatura, aggraverebbe ancora di più la crisi attuale.

Cibo ecologico e pratiche agricole ottenute senza l’uso di combustibili fossili e di veleni  hanno la potenzialità di affrontare la crisi sistemica operando a favore della natura, e non contro le sue leggi. Si può lavorare con le mani, con la mente e con il cuore per creare sistemi economici basati sulla cura e sulla compassione, senza l’avidità e lo sfruttamento che finora hanno colpito tanta gente, soprattutto contadini e artigiani…

La creazione di economie ecologiche locali basate sul ‘lavoro per il pane’ e sulla co-creatività con la natura – ridando valore al lavoro reale – sono l’unico modo per sostenere la terra e le società umane. Siamo esseri intelligenti e creativi, ed esprimiamo la creatività con la mente, con il cuore e con le mani. E ogni essere umano ha il diritto di esprimere la sua creatività per realizzare le proprie potenzialità, sviluppando la sua intelligenza in forme diverse.  La creatività non può ridursi a progettare il prossimo algoritmo per vivere nella realtà virtuale;  può invece connettersi con l’intelligenza della terra e di tutti i viventi. Grazie a questa creatività condivisa possiamo esprimere un fermo NO alle economie ‘usa e getta’ basate sui combustibili fossili, che producono anche gente ‘da buttare’.  Questo è il Satyagraha per una Economia Sacra,  è il Satyagraha per la vita, e contro lo sfruttamento e l’estinzione.

La terra è sacra. La vita, nella sua ricca diversità, è sacra. I semi sono sacri, e così pure il cibo e il suolo. L’acqua è sacra, e sacri sono i fiumi e le foreste. I nostri corpi sono sacri, ed è sacro il lavoro di cura e di servizio per la terra e per la comunità.

Ogni essere umano è sacro perché ogni vita è sacra. E’ un nostro dovere – e anche una nostra libertà – sintonizzare il nostro potenziale creativo con le leggi superiori che regolano il pianeta e l’umanità, e rendono possibili la vita e il ben-essere per tutti.

La forza della verità costituisce la forma più elevata di potere per il cambiamento, per la libertà da regole ingiuste, per far germogliare i semi della nostra libertà interconnessa, e attraverso questa libertà porre le basi di una economia sacra.

Per me personalmente il Satyagraha per una Economia Sacra è un impegno a  difesa delle leggi superiori di Gaia e di Madre Terra contro le regole imposte dall’avidità delle imprese multinazionali, che stanno portando la biodiversità all’estinzione e alimentano la catastrofe climatica.  E’ anche un Satyagraha affinché siano rispettate le leggi superiori della nostra umanità, per far sì che nessun bambino muoia di fame, nessun contadino commetta suicidio, nessun giovane resti senza lavoro.

Come ci ricordava Gandhi, la Terra offre a sufficienza per soddisfare I bisogni di ciascuno, non l’avidità di pochi.


Traduzione di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis