Di Vandana Shiva – L’Extraterrestre, settimanale ecologista de Il Manifesto, 21 luglio 2022 | Fonte
Il problema dell’eccesso di azoto in agricoltura è stato creato dai fertilizzanti sintetici a base di combustibili fossili. I fertilizzanti azotati contribuiscono all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici in fase di produzione e di utilizzo dei fertilizzanti. Un chilogrammo di fertilizzante azotato richiede l’equivalente energetico di 2 litri di diesel. L’energia utilizzata per la produzione di fertilizzanti equivaleva a 191 miliardi di litri di gasolio nel 2000 e si prevede che salirà a 277 miliardi nel 2030. Si tratta di una delle principali cause del cambiamento climatico, ancora largamente ignorata.
I fertilizzanti azotati emettono anche un gas serra, l’N2O, che è 300 volte più destabilizzante della CO2 per il sistema climatico.
Ma non sono gli agricoltori ad aver creato il problema dell’azoto. Anche loro sono vittime di un sistema di agricoltura industriale ad alta intensità chimica che mette a rischio la biodiversità e la salute dei consumatori.
Il problema dell’azoto è stato creato dall’industria chimica che ha diffuso il mito che i fertilizzanti chimici sono necessari per la produzione di cibo e per affrontare il problema della fame nel mondo e che ha promosso il modello dell’agricoltura industriale basato sulla monocoltura contribuendo alla desertificazione del suolo.
Anche il ciclo idrologico risulta alterato visto che la distruzione della materia organica del suolo altera la sua capacità di conservare l’umidità.
L’inquinamento dell’acqua dei fiumi e degli oceani, crea infine la necessità di un’irrigazione intensiva che altera ulteriormente i cicli dell’azoto e del fosforo. La risposta non scientifica, ingiusta e antidemocratica al problema dell’azoto creato dall’industria chimica è quella di ridurre gli agricoltori invece di ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici.
Il suolo è un sistema vivente. Esistono molteplici percorsi per rigenerare il suolo e risanare il ciclo dell’azoto. Il ritorno della materia organica nel suolo genera nuovo azoto. Le leguminose, per esempio, fissano l’azoto in modo non violento. Le proteine vegetali dei legumi sono anche alla base di una dieta equilibrata e nutriente per le persone.
La rigenerazione del suolo è la risposta al problema dell’eccesso di azoto. Per rigenerare il suolo vivo, abbiamo bisogno di rigeneratori. Gli agricoltori sono i custodi e i protettori della terra. Dobbiamo creare una nuova cultura della cura della terra in agricoltura. La risposta scientifica e corretta al problema dell’azoto consiste nel passare da un’agricoltura chimica basata sui combustibili fossili a un’agricoltura ecologica biodiversa e rigenerativa. E’ necessario creare strategie di transizione per gli agricoltori che passano dall’agricoltura convenzionale all’agricoltura ecologica. Dobbiamo far pagare l’industria chimica per l’inquinamento, invece di criminalizzare gli agricoltori che sono stati intrappolati nel circolo vizioso della chimica.
Per ridurre l’uso dei fertilizzanti chimici, i governi che hanno sovvenzionato e promosso l’industria dei fertilizzanti devono ora trasferire le risorse pubbliche all’agroecologia rigenerativa, priva di sostanze chimiche. Abbiamo bisogno di dibattiti democratici sull’uso del denaro pubblico che deve garantire il bene comune, non l’avidità privata.
Poiché il modo in cui coltiviamo il nostro cibo ha un impatto sulla nostra salute e su quella del pianeta, i coltivatori e i consumatori devono unire le forze per rigenerare la salute del suolo e delle comunità.