«Ogni seme è l’incarnazione dei millenni di evoluzione della natura e dei secoli di riproduzione da parte degli agricoltori. E’ l’espressione pura dell’intelligenza della terra e dell’intelligenza delle comunità agricole”.
Scritto attraverso un processo partecipativo di una rete composta da comunità e organizzazioni di tutto il mondo, il rapporto fa il punto sull’erosione della diversità dei semi, sulla loro sovranità e indica la strada per la loro salvaguardia.
Qui viene descritta la situazione a livello sociale, economico, politico e scientifico delle sementi e delle colture, sia nel contesto mondiale sia, nel caso della versione in italiano, in quello nazionale e locale, nel contesto delle minacce emergenti scaturite dall’accordo Trips (Accordo sui diritti di proprietà intellettuale) nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) che ha aperto la porta all’introduzione di Ogm, ai brevetti sulle sementi e all’imposizione delle royalties.
Da allora si è assistito ad una erosione molto rapida della diversità e della sovranità dei semi e alla rapida concentrazione del loro controllo in poche multinazionali. Contemporaneamente è stato cancellato il lavoro che gli agricoltori hanno condotto da sempre per selezionare e riprodurre i propri semi rendendo illegale l’autoproduzione e lo scambio dei semi tra loro.
Come dichiara Vandana Shiva: «Gli agricoltori hanno riprodotto i semi aumentando la diversità, la resistenza, il gusto, il valore nutrizionale, la salute e l’adattamento agli agro-ecosistemi locali. I brevetti sulle risorse biologiche e sulle conoscenze indigene sono una appropriazione dei beni comuni biologici e intellettuali. Purtroppo il fenomeno si sta allargando: ora le aziende stanno assumendo brevetti anche sui semi prodotti in modo convenzionale e sui semi salvati dagli agricoltori. Questi fenomeni dimostrano la tendenza a un controllo totale sull’approvvigionamento dei semi e la vera e propria distruzione dei fondamenti stessi dell’agricoltura. Siamo testimoni di un’emergenza del seme a livello globale. Dobbiamo allertare i cittadini e i governi di tutto il mondo su quanto stia divenendo precaria la nostra disponibilità di semi, e di conseguenza, di quanto stia diventando precaria la nostra sicurezza alimentare».
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