All’interno della provincia italiana dell’Alto Adige sono stati rilevati 32 diversi pesticidi agricoli nei parchi giochi per bambini. Un team internazionale di scienziati consiglia vivamente di agire per la tutela della salute pubblica.
Bolzano/Bologna/Bruxelles/Vienna – Scienziati provenienti da Italia, Austria e Germania hanno dimostrato come la contaminazione da pesticidi sia un fenomeno presente durante tutto l’anno. Nel 2018 sono stati prelevati 96 campioni di erba da 19 parchi da gioco per bambini, quattro cortili scolastici e un mercato e sono stati analizzati dai Servizi Sanitari della Provincia di Bolzano. Questa istituzione pubblica ha anche selezionato i parchi giochi da testare e il momento specifico di prelievo dei campioni. I risultati dello studio sono stati presentati il 10 febbraio 2021 durante una conferenza stampa via Zoom dagli autori Fiorella Belpoggi, Koen Hertoge e Caroline Linhart. Gli autori dello studio lavorano presso il Centro di Ricerca sul Cancro, Istituto Ramazzini di Bologna, presso l’Università delle Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna e per Pesticide Action Network Europe (PAN Europe).
Questo studio fornisce una chiara evidenza dell’enorme presenza delle derive di pesticidi negli spazi pubblici. Il coautore di PAN Europe, Koen Hertoge, considera il contenuto di questo studio come un contributo elementare per una maggiore fattualità sulla questione. “Ancora una volta, sono state fornite prove che dimostrano che il tema della deriva dei pesticidi è di assoluta importanza. Questo studio è l’ennesima prova scientifica che invita i responsabili a trovare soluzioni per proteggere la salute pubblica”, dice Hertoge.
Lo studio verifica la conclusione di un precedente studio condotto dagli stessi autori: Nel precedente studio del 2017, il 45 per cento dei parchi giochi per bambini testati era contaminato da residui di pesticidi. Il nuovo studio non solo ha identificato la presenza di residui di 32 diversi pesticidi, ma anche la loro presenza nell’ambiente durante tutto il corso dell’anno. L’esperto tossicologo di PAN Germany, Peter Clausing, ha commentato: “I campioni analizzati permettono di concludere che tali residui di pesticidi possono essere trovati anche nella frutta e nella verdura dei giardini adiacenti. In questo caso, il limite UE del valore consentito verrebbe superato in modo significativo”.
Caroline Linhart, autrice principale dello studio, vede con preoccupazione l’esposizione cronica del pubblico ai residui di pesticidi: “La contaminazione delle aree non bersaglio è provata. 23 dei 24 campi da gioco esaminati mostrano una contaminazione multipla durante tutto l’anno”. Secondo Johann Zaller, professore all’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna e autore di Unser täglich Gift/Onostro veleno quotidiano, i risultati mostrano chiaramente “come gli utilizzatori di pesticidi non siano in grado di limitare le tossine solo alle aree progettate”. I parchi giochi e i cortili delle scuole rappresentano tutte le altre aree non bersaglio che vengono contaminate dalla deriva dei pesticidi, come i giardini privati, gli impianti sportivi e simili.
Le concentrazioni di pesticidi trovate si sono dimostrate relativamente basse. Tuttavia, nel caso delle sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (Endocrine Disrupting Chemicals – EDC in Inglese, ‘perturbatori endocrini’ in Italiano) il livello di concentrazione non ha alcuna rilevanza perché le sostanze che alterano il sistema endocrino non funzionano secondo uno schema dose-risposta. La maggior parte delle sostanze esaminate (76 per cento) erano perturbatori endocrini. Le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino sono associate a diversi tipi di cancro, infertilità, disturbi dello sviluppo e del comportamento e diabete. Secondo Caroline Linhart, “gli ex campioni di erba danno prova del fatto che questa esposizione si è già verificata negli ultimi decenni”.
I ricercatori vedono un’urgente necessità di agire per ridurre la deriva dei pesticidi. Possibilità alternative per proteggere la salute pubblica sarebbero il miglioramento delle tecniche di applicazione, il rigoroso rispetto delle condizioni del vento prima dell’applicazione e una transizione verso metodi di coltivazione privi di pesticidi.
L’Istituto Ramazzini ha partecipato a questo studio perché interessato a verificare sul campo il livello di contaminazione ambientale da pesticidi, anche a piccole dosi, ma in miscela fra loro. Lo studio è stato condotto con rigore in collaborazione con i colleghi austriaci e tedeschi, e le analisi sono state effettuate a livello di sistema sanitario pubblico, quindi indipendente. I risultati sono preoccupanti, perché quasi tutti i siti studiati sono risultati contaminati, confermando il cosiddetto effetto deriva.
La relazione fra i pesticidi e la salute umana è a tutt’oggi stata ampiamente indagata; è stato riscontrato un nesso causale certo fra i danni neurologici per l’infanzia e i rischi cancerogeni (in particolare tumori ematologici) nella popolazione esposta per motivi occupazionali. Anche in Italia, in relazione a tutte le cause di decesso, si sono riscontrati livelli di rischio generalmente più elevati per i lavoratori e le lavoratrici del settore agricolo rispetto agli altri settori, e le cause degli aumenti di rischio sono da ricercare nei profondi cambiamenti che negli ultimi decenni hanno mutato il volto dell’agricoltura, vale a dire l’impiego massiccio e sistematico di sostanze chimiche di sintesi (fungicidi, diserbanti, insetticidi e concimi). E’ difficilmente credibile che anche le esposizioni ambientali di chi vive nelle aree agricole possano essere scevre da rischi: le molecole dei pesticidi sono ormai entrate stabilmente nel nostro habitat, contaminano le acque, i terreni, gli alimenti e si ritrovano nel cordone ombelicale e nello stesso latte materno. E le troviamo infatti nei giardini pubblici, dove giocano i nostri bambini. I principi attivi dei pesticidi e gli adiuvanti agiscono a dosi infinitesimali, sono presenti ormai in veri cocktail e interferiscono con funzioni importanti e delicatissime quali quelle ormonali, riproduttive, metaboliche. Nei bambini interferiscono con lo sviluppo neurologico e ormonale, e le esposizioni iniziano già nelle prime fasi dello sviluppo, durante la gravidanza delle mamme, che è anche il periodo di maggiore suscettibilità. L’allarme che tutto ciò comporta è crescente. Con questo studio abbiamo dimostrato che l’esposizione a pesticidi è ubiquitaria e crescente, e che, per i pericoli sanitari che comporta, il modello agricolo attuale va cambiato con urgenza, evitando le monocolture e il massiccio utilizzo di pesticidi che queste richiedono.
L’Europa è a favore di questo cambiamento e auspichiamo che gli agricoltori, prime vittime dell’abuso di fitofarmaci, vengano aiutati per una giusta transizione del modello agricolo convenzionale verso il biologico. Loro e i loro nipotini ne trarranno grande vantaggio.”
Link allo studio:
„Year-round pesticide contamination of public sites near intensively managed agricultural areas in South Tyrol“ Environmental Sciences Europe, 2021 https://doi.org/10.1186/s12302-020-00446-y
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