Di Ruchi Shroff, 19 ottobre 2017
I pesticidi, dopo il loro utilizzo, non si dissolvono nel nulla ma permangono nell’ambiente contaminando suolo, aria e acqua, fino al punto che circa la metà dei terreni europei risulterebbe contaminata.
E’ questo l’allarmante risultato del nuovo studio effettuato dall’Università di Wageningen, dal Centro comune di ricerca della Commissione Europea e dal centro Rikilt e recentemente pubblicato dalla rivista scientifica “Science of the Total Environment” in cui si analizzano 300 campioni di terreno in 10 diversi paesi europei, rivelando che il 45% dei terreni agricoli in Europa contiene tracce di glifosato e del suo metabolita Ampa. Si tratta dell’ennesimo, e sicuramente non ultimo, colpo ai teoremi sulla presunta, e mai dimostrata, sicurezza degli agro-chimici in agricoltura.
Lo studio rappresenta una pietra miliare nel dibattito sulla sicurezza degli agro-chimici, considerando la scarsità delle investigazioni condotte fino ad ora sulla contaminazione ambientale dei pesticidi, come confermato dalla prof. Violette Geissen, dell’Università di Wageningen: ”Glifosato e Ampa persistono per lungo tempo nelle particelle del suolo, aumentando il rischio di contaminazione ambientale attraverso fattori quali l’erosione del vento, le precipitazioni e i corsi d’acqua”. Siamo di fronte all’ennesima prova della pericolosità dei pesticidi a base di glifosato e della superficialità con cui gli enti preposti alla sicurezza dei cittadini hanno operato fino ad ora. Risulta evidente come maggiori ricerche siano necessarie prima che i pesticidi vengano approvati, distribuiti e regolamentati.
Nelle ultime settimane si è ampiamente discusso a Bruxelles di questioni relative al rinnovo dell’approvazione del glifosato, il cui voto è previsto nella prossima sessione a Strasburgo, tra il 23 e il 26 ottobre prossimi. Il giorno 19 ottobre è stata approvata la mozione presentata alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che ha votato contro l’uso del glifosato in Europa entro il 2020 e a favore dell’attuazione di misure restrittive immediate.
La risoluzione segue la discussione svoltasi l’11 ottobre, nelle sedi delle Commissioni Envi/Agri del Parlamento Europeo, sui Monsanto Papers, nella quale sono intervenute le maggiori agenzie di regolamentazione europee ed internazionali (Efsa, Iarc), insieme ad altri esponenti del mondo scientifico e del giornalismo indipendente. Dal dibattito sono emerse chiaramente le preoccupazioni relative alla superficialità, ai conflitti di interesse, alle ingerenze da parte delle aziende produttrici che hanno pesantemente influenzato le analisi di valutazione del rischio e che hanno portato, nel 2016, all’estensione dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato in Europa per ulteriori 18 mesi.
Lo scorso 3 ottobre il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina già si era espresso in merito alla posizione dell’Italia riguardo il rinnovo dell’autorizzazione della licenza del glifosato, affermando che “le evidenze scientifiche e ambientali che abbiamo ci devono portare a proporre questa scelta in ambito europeo”. In occasione di una manifestazione organizzata da Greenpeace di fronte al Ministero della Salute lo scorso 17 ottobre, la ministra Lorenzin ha confermato che l’Italia voterà “no”, come del resto già accaduto in altre due precedenti occasioni di voto.
I recenti rapporti “Il veleno è servito” e “The Toxic Story of Roundup” (La storia tossica del RoudUp), denunciano come i giganti dell’agroindustria abbiano da sempre interferito nelle decisioni dei governi e delle agenzie di regolamentazione internazionali per mezzo di azioni di lobby, corruzione e soppressione delle voci della scienza indipendente, al fine di aumentare i propri profitti dalla vendita di prodotti agrochimici, assicurandosi allo stesso tempo il controllo del mercato agroalimentare. I nuovi dati sulla contaminazione del suolo si aggiungono ad un numero sempre crescente di studi ed investigazioni che dimostrano l’estrema pericolosità dei pesticidi sulla salute e sull’ambiente. A seguito dei recenti studi e delle nuove evidenze, reiteriamo la nostra richiesta all’Unione Europea affinché non rinnovi l’autorizzazione all’uso del glifosato e riconsideri profondamente le sue politiche agricole e di tutela del diritto dei cittadini alla salute e alla sicurezza.