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17 e 18 novembre 2018 – Città dell’Altra Economia, Roma

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Nelle giornate del 17 e 18 Novembre, presso la Città dell’Altra Economia, a Roma, si è svolto il festival CIBO PER LA SALUTE (in sardo: Mandigu pro sa salude), dedicato al cibo genuino e naturale e alla tutela della Biodiversità.

L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale i Sardi a Roma (ACRASE, Maria Lai) e Navdanya International, in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Sardigna Terra Bia, FASI (Federazione Associazioni sarde in Italia) e i Mercati Contadini di Roma e Castelli Romani, ha ospitato un Mercato Contadino cui hanno preso parte associazioni, comitati e produttori diretti provenienti da Sardegna e Lazio.

Dall’olio d’oliva, al miele, dai legumi e grani antichi alle verdure e i formaggi, tutti i prodotti che hanno riempito i banchi del mercato, sono ottenuti rispettando ed accrescendo la diversità ecologica.

Direttamente dalla Sardegna, hanno partecipato all’iniziativa: l’Associazione Nebidedda Villacidro, il Comitatu Radichinas Nuoro, il Comitadu Biodiversidade Anglona, l’Associazione S’Arraiga di Tiana, il Comitato custodi della biodiversità Lo Revellì di Alghero, il Cantiere Forestas Orosei, l’Azienda agricola Deidda Villanova Truscheddu di Oristano, l’Azienda Agricola Manu Deus Terre di S. Giovanni dal Sulcis Iglesiente e l’Associazione S’Incungia S. Nicolò Gerrei.

Dal Lazio hanno aderito l’Azienda Olivicola bio De Paolis, l’Azienda biologica Mielinfiore, l’Azienda Galline Felici, l’Associazione Semilune, l’Azienda agricola Terra e Salute, la Cooperativa Barikama’, l’Azienda Agricola Bernabei e l’Azienda agricola Cedrone.

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Ad allietare con la loro musica le due giornate, direttamente dalla Sardegna, si sono esibiti: il CORO ORTOBENE DI NUORO


e DR. DRER CRC POSSE DI CAGLIARI.

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Domenica 18 Novembre si è tenuto un Convegno, nel quale sono intervenuti esperti su Alimentazione, Economia Contadina, Normative europee su biologico e sementi, Sovranità Alimentare.

Il Convegno è stato introdotto da Maria Vittoria Migaleddu, presidente dell’associazione ACRASE Maria Lai e Bastianino Mossa, rappresentante della FASI, che hanno parlato rispettivamente della lotta per la tutela della biodiversità in Sardegna e la battaglia contro il metanodotto, e del Progetto per avviare un percorso di qualità agroalimentare nell’isola, che al momento importa circa l’80% del proprio fabbisogno alimentare.

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Il primo intervento è stato quello del giornalista e moderatore del dibattito Manlio Masucci, coordinatore della comunicazione per Navdanya International, con la presentazione del Manifesto Food for Health (Cibo per la salute), curato da Navdanya International ed edito da Terra Nuova Edizioni, documento programmatico che ha visto la partecipazione di esperti da tutto il mondo e che vuole porsi come strumento di mobilitazione per un cambio di paradigma. Il Manifesto analizza i rischi e i limiti del sistema alimentare industriale, riportando dati provenienti da ricerche scientifiche sugli effetti delle sostanze chimiche sulla salute umana.

Gli studi mostrano che Il 70% delle morti nel mondo è dovuto a malattie non trasmissibili come il cancro ed è stato dimostrato che l’alimentazione e la qualità del cibo sono tra i principali responsabili. La soluzione a questi ed altre delle numerose conseguenze negative del modello di produzione e distribuzione industriale, risiede nelle pratiche agroecologiche e nel lavoro dei piccoli produttori diretti che rifiutano di adeguarsi alle tecniche imposte dall’agricoltura convenzionale. I mercati contadini stanno diventando luoghi di aggregazione politica, e questa è la base di partenza per avviare una vera e propria resistenza alimentare.

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L’oncologa ed ematologa, Patrizia Gentilini, membro dell’ISDE (Associazione medici per l’ambiente) e tra gli autori del Manifesto Food for Health, ha affrontato la questione dei pesticidi che arrivano quotidianamente nei nostri piatti e dei loro effetti sulla salute, in particolare su quella delle donne in gravidanza. “I pesticidi sono responsabili per molte delle malattie cronico degenerative: dal sistema nervoso, a quelle cardiovascolari, oltre alla perdita di fertilità, problemi tiroidei e tumori (soprattutto linfomi e leucemie). Agiscono inoltre come interferenti endocrini, alterando il sistema ormonale e il nostro metabolismo” ha spiegato la Dott.sa Genitlini, sottolineando come “l’unica risposta risiede nell’agroecologia, nel recuperare la fertilità dei suoli, nel combattere il cambiamento climatico”.

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Nelle aree rurali della Sardegna, ad esempio, sono sorte diverse iniziative per il recupero della diversità genetica vegetale e l’alimentazione sostenibile. Ce ne parla Guy D’Hallewin, Coordinatore presso il Consiglio Nazionale di Ricerca, Cnr – Ispa Uos di Sassari e coautore del Manifesto Food for Health: “In Sardegna si possono valorizzare molte zone marginali in modo agroecologico. Nella frutticoltura, ad esempio, per sviluppare un modello nuovo, valorizzare conoscenze ed evitare lo spopolamento. La Sardegna si presta per rilanciare l’agricoltura delle comunità e far capire al consumatore l’importanza della varietà alimentare e della biodiversità. Le vecchie varietà hanno funzioni nutrizionali molto superiori senza input, fertilizzanti, pesticidi o fitofarmaci”.

A fornire una cornice normativa e legale alla questione delle sementi, della diversità genetica e dell’Agricoltura Biologica, è intervenuta Blanche Magarinos-Rey, avvocato del gruppo Artemisia Lawyers (Committed Lawyers for Nature and Human Rights Defenders), che ha illustrato quanto previsto dalla nuova normativa europea sulle sementi e sull’agricoltura biologica, che entrerà in vigore nel 2021 e che introduce profonde innovazioni nel regime dei semi e della loro riproduzione/commercializzazione.

L’Agronomo e insegnante Maurizio Fadda, membro del Comitato per la Biodiversità di Nuoro, ha invece illustrato il lavoro svolto nel proprio territorio per recuperare i grani antichi e riportare la produzione di grano nelle mani dei contadini e delle comunità: “il cibo ha bisogno di una riappropriazione da parte di tutti. Dobbiamo recuperare saperi non solo su come farlo, ma anche su come trasformarlo”.

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Oltre ai relatori del Convegno, sono poi intervenuti Eva Castrucci e Marco Casella, rappresentanti dei Mercati Contadini di Roma e Castelli Romani, ente co-organizzatore dell’evento. L’esperienza del Mercato Contadino, raccontata in occasione del Convegno, costituisce un esempio concreto di economia circolare e rappresenta la messa in atto di un modello basato sulla filiera corta, sulla valorizzazione dei piccoli produttori e dei sapori autentici e naturali dei territori.

L’evento, che ha contato sulla partecipazione di centinaia di persone, ha rappresentato l’occasione per rafforzare diversi legami: il legame tra due Terre, la Sardegna e il Lazio, estremamente diverse ma accomunate dalla lotta per un modello agroalimentare diverso; il legame tra i produttori, i comitati e le associazioni che hanno scelto di prendere la Tutela della Biodiversità e dell’ambiente come principio ispiratore del loro lavoro; il legame tra chi produce lavora, preserva e conosce la terra, producendo cibo biodiverso e nutriente, e chi lo acquista e consuma. E’ da queste condivisioni di saperi/sapori e percorsi di lotta, che vengono piantati i semi per l’azione collettiva verso un sistema agroalimentare che sia locale, ecologico, biodiverso, libero da veleni e monopoli, in grado di produrre Cibo per la salute.

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