Home > Notizie > i nostri articoli > Vandana Shiva. Laudatu si: un Manifesto del 21° secolo per la Democrazia della Terra

Nuovo articolo di Vandana Shiva sull’Huffington Post
La Laudato sì è un Manifesto del 21° secolo per la democrazia della Terra.

La maggior parte degli articoli dell’Enciclica di Papa Francesco nella stampa prima della presentazione ufficiale di oggi, hanno riassunto questo documento di svolta coi suoi 246 paragrafi sulla crisi ecologica e umana di oggi ai soli 4 paragrafi sul cambiamento climatico (par. 23-26). Ma Laudatu si è molto più vasto e profondo. E’ per prima cosa un appello a un cambiamento di consapevolezza e dei concezione del mondo dal paradigma dominante del dominio sulla natura e della sua distruzione a un altro nel quale vediamo la Terra come nostra Madre, come la nostra casa comune.

Laudatu si comincia con la preghiera di San Francesco “Laudatu si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori er harba” la quale ha una profonda risonanza con la filosofia indiana del Vasudhaiv Kutumkan, la Famiglia della Terra e anche col Movimento contemporaneo per i Diritti della Madre Terra, ed è in consonanza con le culture e le fedi di tutto il mondo. L’enciclica è un invito urgente a “rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta” (14.) e ciò comprende la biodiversità, l’aria, l’acqua, gli oceani. E’ chiaro che per proteggere la casa comune abbiamo bisogno di “unire tutta la famiglia umana”(13). L’enciclica continua “Questa sorella protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomo di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua. nell’aria e negli esseri viventi.”

Il suolo è citato spesso, compresi i contributi dati dalla degradazione del suolo e della terra e dalla deforestazione al cambiamento climatico. E il papa si ricorda che “dimentichiamo che noi stessi siamo terra (genesi 2.7)”.

Il manifestato di Navdanya, Terra Viva, è una celebrazione del suolo come vita.

Laudatu si è molto critico sulla privatizzazione dell’acqua e sulle idee che le forme di vita siano solo miniere di geni, utili a fare affari. “Non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali risorse sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in sé stesse”. (33.) Il valore intrinseco di tutti gli esseri e di tutta la biodiversità è l’etica su cui Navdanya si fonda è per questo che affermiamo che non dovrebbero esistere brevetti sui semi né brevetti sulla vita.

Laudatu si è cauto sulla questione degli OGM ma ne indica le minacce per i piccoli contadini. Sottolinea che attraverso la biotecnologia e le conoscenze legate ad DNA una manciata di interessi sta controllando il destino della terra e dell’Umanità. “E’ terribilmente rischioso che esso risiede in una piccola parte dell’Umanità”. (104.)

Tutto ciò che darà forma alla nostra libertà e sopravvivenza è affrontato nell’enciclica :” la nostra libertà si ammala quando si consegna alle forze cieche dell’inconscio, dei bisogni immediati, dell’egoismo, della violenza brutale.”

Fra le forze cieche dell’inconscio c’è l’idea della crescita infinita senza limiti del fondamentalismo tecnologico senza precauzione senza garanzie e senza responsabilità, dell’antropocentrismo.

La mente tecnologica vede la natura come ordine senza senso, un corpo freddo di fatti, un mero “dato”, strumento , materia prima da martellare per trasformarla in profitto.

L’intrinseca dignità del mondo è così compromessa. La natura non è materia morta, è viva e quando distruggiamo la natura lei può distruggere noi. La nostra arroganza ci sta rendendo ciechi a questa realtà essenziale che le donne, i piccoli contadini e le culture indigene hanno capito.

Molti movimenti saranno resi più forti dall’enciclica. I soli minacciati sono coloro che vorrebbero continuare a cercare di garantire il loro impero sull’intero pianeta e sulle risorse della Terra, privatizzando i beni comuni, imponendo accordi di libero commercio come il TTP e il TTIP, distruggendo la democrazia e i diritti dei popoli e devastando la Terra che ci sostenta.

E stupidamente e incoscentemente chiamano questa distruzione “economia”.

Ma economia viene da “oikos”, la nostra casa, e si riferisce all’amministrazione della nostra casa comune, l’argomento dell’Enciclica. Gli egoisti e gli ottusi che hanno commentato che il Papa non deve interferire nell’economia hanno deliberatamente dimenticato o distorto quello che l’economia è. L’Enciclica ci aiuta a ricordare che si tratta di amore e cura, non sfruttamento, cupidigia e distruzione.

L’Enciclica osserva che “il livello dell’intervento umano, spesso al servizio degli interessi finanziari e dei consumi, attualmente rende la nostra terra meno ricca e bella e sempre più limita e grigia”.

È portando la bellezza, il vero benessere e la gioia di vivere in armonia con la natura al centro dell’attenzione umana che l’Enciclica sveglia la nostra umanità e coscienza più profonda. Essere uamni non significa adorare “il Dio del denaro”, o gli strumenti della tecnologia o il mito del progresso definito come la conquista della natura e dei popoli.

Essere umani significa essere profondamente consapevoli di tutti gli esseri che condividono con noi questa meravigliosa e preziosa casa.

L’enciclica si basa sull’ecologia integrale, il legame inscindibile dell’ecologia con la società e l’economia si tratta del collegamento-interconnessione che abbiamo cercato di esplorare col manifesto “Terra Viva”. Nell’ecologia integrale, la sostenibilità e la giustizia sociale sono inseparabili. Come afferma l’enciclica “un approccio veramente ecologico diventa un approccio sociale: deve mettere le questioni della giustizia nei dibattiti sull’ambiente in modo da rispondere insieme al grido della terra e al grido dei poveri”. Questa per me è Democrazia della Terra.

Vandana Shiva