La strategia delle multinazionali per appropriarsi dei beni comuni è stata oggetto delle conferenze e dei dibattiti svoltisi a Firenze con Vandana Shiva nei giorni scorsi e organizzati da Navdanya International in collaborazione con partners locali.
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Il 27 gennaio, Vandana Shiva ha parlato di “Responsabilità e Ambiente”, intervenendo nell’ambito del ciclo di incontri “Sulla scia dei giorni”, presso il Teatro Niccolini, ideato e promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze col Patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze, Università di Firenze e realizzato in collaborazione col Teatro Niccolini e con la Fondazione File. Vandana Shiva ha evidenziato la responsabilità di ognuno di noi di prendersi cura della Terra e delle sue risorse. “Fare pace con la Terra” è l’impegno che dobbiamo prendere per poter mettere in atto soluzioni ecologiche. La cura del suolo, dei semi e della biodiversità è la base essenziale per risolvere la maggior parte delle crisi che stiamo affrontando: la crisi ambientale, alimentare, sanitaria e climatica. Coloro che soffrono e soffriranno maggiormente dei problemi creati dall’attuale modello economico e agricolo/alimentare sono le fasce più vulnerabili e i giovani, che stanno diventando sempre più consapevoli del fatto che gli strumenti per il cambiamento sono nelle loro mani e che possono diventare protagonisti nel fermare l’attuale corsa alla distruzione dei fragili equilibri del nostro ecosistema.
Il 28 gennaio, presso il Cinema Odeon, si è svolta la Lectio Magistralis di Vandana Shiva sul tema “La Democrazia della Terra”, organizzato in collaborazione con Cinema Odeon Firenze Edizioni Le Piaggie, Terra Nuova e LEF Libreria Editrice Fiorentina. Vandana Shiva ha sottolineato la necessità di ristabilire le giuste distanze fra la politica, che dovrebbe fare gli interessi dei cittadini, e il modello economico dominante, non sostenibile e basato sullo sfruttamento. Nei Paesi del Sud del mondo, questo modello è stato perpetrato attraverso termini come “aggiustamento strutturale” e “liberalizzazione del commercio”, mentre in Europa si è utilizzato il termine “austerità”. Si tratta di una modalità di sottrazione di potere dal popolo che lascia le persone sempre più impotenti, incapaci di proteggere la loro terra, la loro vita e di garantirsi i mezzi di sussistenza. Si tratta di un sistema che crea insicurezza economica e fa della “paura” dell'”altro”, il mezzo per garantirsi successi elettorali. Vandana Shiva ha invitato i cittadini a dire no al sistema politico dominante e all’attuale modello economico per unirsi ed agire al fine di creare un sistema di economie circolari in cui l’agricoltura biologica ed ecologica diventa il fondamento della rigenerazione del suolo, della biodiversità e della dignità umana.
Il 30 gennaio, nell’atrio del Palazzo Budini Gattai, si è tenuto l’incontro dal titolo “Il profitto multinazionale avvelena il cibo, la terra, il Pianeta. Qual è l’alternativa?”, organizzato in collaborazione con perUnaltracittà e Spazio Inkiostro. Tra i temi trattati, l’impatto della globalizzazione, che ha progressivamente ridotto i beni comuni, compresi i semi e il cibo, a merci in balia delle oscillazioni del mercato. Si è parlato anche del ruolo essenziale delle grandi multinazionali in questo processo e delle conseguenze che ricadono sistematicamente sulla vita dei cittadini e degli agricoltori e sull’ambiente. Nel corso degli ultimi decenni questo sistema economico ha permesso a un numero esiguo di miliardari e alle multinazionali che essi controllano di interferire nelle leggi nazionali a tutela dei diritti alla salute e a un ambiente sano, di smantellare la dignità del lavoro, di ostacolare i processi democratici. Vandana Shiva ha ricordato come nel 1999 i movimenti riunitisi a Seattle furono in grado di fermare i piani dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, ma anche di come le multinazionali costantemente mettono in atto nuove strategie, quali i trattati di libero commercio e i monopoli generati dalle grandi fusioni, al fine di prendere il controllo delle risorse naturali, dei sistemi alimentari e dell’agricoltura e di invadere i mercati nazionali di prodotti importati che distruggono il tessuto delle economie locali.
Tra le regole “scritte dalle multinazionali” e imposte dall’Omc è stato dato risalto da Vandana Shiva alle norme relative ai diritti di proprietà intellettuale che hanno permesso i brevetti sulle forme di vita e favorito enormemente l’espansione delle aziende chimiche e sementiere nel campo dell’ingegneria genetica, provocando un aumento esponenziale di questi mercati e delle terre coltivate a monocoltura a livello globale.
Le conseguenze del modello agricolo industriale sono note. Si tratta di un sistema che sta distruggendo la biodiversità, il suolo, le risorse idriche, pur contribuendo a una minima parte del fabbisogno alimentare mondiale, cui ancora provvedono i piccoli agricoltori. Questi ultimi non vengono tutelati dal sistema attuale, che predilige agevolare la distribuzione di prodotti agricoli e alimentari a basso costo, nutrizionalmente vuoti e contenenti una vasta gamma di sostanze chimiche pericolose per la salute.
L’intervento della Dott. Patrizia Gentilini, di ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, ha rilevato come la salute delle persone e quella dell’ambiente siano strettamente collegate e quanto questo principio non sia ancora stato totalmente assimilato dalla comunità medica e scientifica. Ciò che la Dottoressa ha riscontrato nel corso dell’esercizio della sua professione, è stato un aumento di casi di cancro in età sempre più giovane. I dati statistici sulla situazione italiana ci dicono che nell’arco della vita un uomo su due e una donna su tre sono destinati a ricevere una diagnosi di cancro. La presenza di una grande quantità di sostanze chimiche dannose nell’ambiente e nel cibo sono riconducibili anche a tutta una serie di malattie: disturbi metabolici, neurodegenerativi, infertilità. Sono soprattutto preoccupanti i danni al cervello in via di sviluppo e l’aumento di casi di bambini con ritardi cognitivi di vario tipo. Di fronte a questo scenario esistono carenze enormi a livello normativo e istituzionale, com’è accaduto nel procedimento di valutazione di rischio del glifosato, recentemente approvato in Europa per altri cinque anni, nonostante fossero note le interferenze e comportamenti discutibili se non criminali delle aziende produttrici.
In chiusura dei lavori, Roberto Budini Gattai, dell’associazione perUnaltracittà ha rilevato come fra i vari obiettivi delle multinazionali ci siano anche le città storiche italiane, e in particolare Firenze, considerate come ulteriori fonti di profitto. Le amministrazioni pubbliche, che individuano nell’attrazione di capitali la panacea di tutti i mali, stanno in realtà facendo gli interessi dei grandi speculatori senza tenere in conto i reali interessi dei cittadini: “Firenze e’ tra le prime in Italia in “concorrenza” spietata nel libero mercato dell’industria turistica. La materia prima, è il centro storico dove si può estrarre il massimo della rendita attraverso l’accaparramento di consistenti e prestigiosi edifici pubblici e privati. Con l’uso tutto ideologico del “più privato e meno Stato”, gli Amministratori hanno indossato le vesti di agenti immobiliari da un lato e dall’altro quello di facilitatori di grandi opere che sono estranee agli assetti urbanistici, dannose per gli insediamenti con cui interferiscono e inutili per la collettività. Ci sono molte analogie per unire le nostre forze e costruire un’altra città, un altro paesaggio sociale, un altro mondo possibile e necessario”.
In chiusura dei lavori, Roberto Budini Gattai, dell’associazione perUnaltracittà ha rilevato come fra i vari obiettivi delle multinazionali ci siano anche le città storiche italiane, e in particolare Firenze, considerate come ulteriori fonti di profitto. Le amministrazioni pubbliche, che individuano nell’attrazione di capitali la panacea di tutti i mali, stanno in realtà facendo gli interessi dei grandi speculatori senza tenere in conto i reali interessi dei cittadini: “Firenze occupa nella piattaforma del turismo mondiale un posto non trascurabile, tra le prime in Italia in “concorrenza” spietata nel libero mercato dell’industria turistica. La materia prima, in questa fase di aggressione finanziaria, è il centro storico dove si può estrarre il massimo della rendita attraverso l’accaparramento di consistenti e prestigiosi edifici pubblici e privati. Con l’uso tutto ideologico della modernizzazione e del “più privato e meno Stato”, gli Amministratori, avendo predisposto un Piano Urbanistico ridotto a carnet, hanno indossato le vesti di agenti immobiliari da un lato e dall’altro quello di facilitatori di grandi opere che, progettate in funzione degli stessi obiettivi di rendita e trasferimento di denaro ai ricchi, sono estranee agli assetti urbanistici. Malprogettate per incrementare la spesa pubblica, dannose per gli insediamenti con cui interferiscono, inutili per la collettività, eccole: Il doppio tunnel e stazione A.V. di sottoattraversamento urbano, la fantasiosa nuova pista dell’aeroporto, lo spostamento del Mercato Generale per far posto a un nuovo stadio, un mega inceneritore, una mezza rete tramviaria tutta sbilanciata a ovest per favorire i futuri milioni di arrivi turistici al Centro Storico, per non dire della distruzione di risorse primarie come le aree ex ferroviarie a favore di consumi di lusso. Ci sono molte analogie per unire le nostre forze e costruire un’altra città, un altro paesaggio sociale, un altro mondo possibile e necessario”.
Rassegna stampa
Scienza, potere e disuguaglianze: la ricetta di Vandana Shiva
Di Patrizia Gentilini – Il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2018
Vandana Shiva: no al cartello dei veleni
Di Marcello Lazzerini – L’indro, 31 gennaio 2018
Vandana Shiva. Lectio magistralis e lettura scenica
Di Laura Sestini – Persinsala, 1 febbraio 2018
Vandana Shiva “Monsanto e Bayer rappresentano un pericolo”
La Repubblica, 30 gennaio 2018
Vandana Shiva, il Fai e il fronte anti-glifosato “Va eliminato”
Di Alessandro Fulloni – Il Corriere della Sera, 30 gennaio 2018 (via Pressreader)