Home > Notizie > Vandana Shiva: «L’agricoltura ecologica è cura della Terra»

Terra Nuova, 2 settembre 2022 | Fonte

«L’agricoltura ecologica e la produzione di cibo sono “Cura della Terra”. In tutto il mondo stanno emergendo comunità del cibo, che rappresentano il fondamento di una nuova “Democrazia della Terra”. Questo lavoro rigenerativo nelle piccole fattorie e nelle città è la vera Green Economy»: così Vandana Shiva nella prefazione che ha scritto per “Pesticide Nation” il nuovo libro di Manlio Masucci.


Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, ha scritto la prefazione al libro di Manlio Masucci “Pesticide Nation” (Terra Nuova Edizioni).

Ecco il testo.

«Il corso dell’ultimo secolo è stato caratterizzato da un uso massiccio di composti chimici tossici. Originariamente questi composti furono sintetizzati per operazioni militari, in altri termini, per uccidere. Più tardi furono riadattati e rivenduti sul mercato per l’agricoltura, facendoci credere che senza prodotti chimici non ci sarebbe stata sicurezza alimentare. Oggi stiamo scoprendo che il sistema agricolo basato sulla chimica e sui combustibili fossili comporta un costo elevato per il pianeta: inquinamento delle acque, contaminazione del suolo, perdita di biodiversità, gas serra che producono instabilità climatica. I composti chimici usati in agricoltura danneggiano anche il nostro intestino, uccidendo i batteri benefici di cui abbiamo bisogno. Qualsiasi malattia cronica può essere collegata alle tossine e al cibo privo di nutrienti.

I conglomerati bellici, che si arricchirono con prodotti chimici e tecnologie che uccisero milioni di persone durante le due guerre mondiali, continuano ancora oggi ad uccidere, sterminando milioni di specie viventi con la diffusione di prodotti chimici velenosi che distruggono gli ecosistemi avvelenando l’intera rete della vita. Questo gruppo di multinazionali dell’agroindustria, che si sta impadronendo di ogni aspetto possibile della nostra vita con l’unico scopo di ottenere sempre più profitti, lo definisco il Cartello dei veleni.

Negli ultimi decenni, la globalizzazione corporativa basata sulla deregolamentazione del commercio ha facilitato la diffusione del sistema alimentare industriale. Il sistema alimentare industriale globalizzato è diventato la forza antropocentrica più significativa che viola i confini planetari, i limiti ecologici, l’integrità delle specie, delle culture, delle comunità. Un sistema alimentare non sostenibile e ingiusto, che viola il diritto umano al cibo e alla salute, alla vita e ai mezzi di sussistenza. La lobby dell’agricoltura industriale ha recentemente iniziato a sollecitare la seconda generazione di OGM o New Breeding Techniques (Nbt). Stiamo assistendo a una convergenza di big tech, big biotech, big ag, big pharma e big media. La corsa ad introdurre gli OGM fa parte di un programma finalizzato alla deregolamentazione e alla registrazione di brevetti. Quello a cui stiamo assistendo è un tentativo di distruggere la conoscenza e la biodiversità in modo irreversibile. I brevetti sui semi minacciano la biodiversità che i contadini ci garantiscono. Cancellano la fonte, la cultura e il patrimonio comune che i semi rappresentano. È un processo di appropriazione realizzato attraverso la biopirateria che sfrutta la “mappatura” dei loro genomi e delle loro sequenze genetiche. Anche la filantropia è entrata in gioco con Bill Gates e la sua Fondazione che, in collaborazione con le grandi società di profitto, si sta ritagliando nuovi territori per commercializzare i prodotti agrochimici, pretendendo di agire per il bene dell’umanità. Ora le società finanziarie come Black Rock, Vanguard e i grandi miliardari della tecnologia stanno promuovendo le loro false soluzioni, che danneggiano la natura, le donne, i piccoli agricoltori, la democrazia. Come possono gli stessi soggetti coinvolti nelle attività che hanno creato le nostre crisi sanitaria, ecologica e climatica essere in qualche modo qualificati per venderci una “soluzione”?

Qualsiasi discussione sul cibo e sull’agricoltura dovrebbe invece basarsi sulla diversità e la complessità della vita nel suolo, nel cibo, nell’economia reale. Ciò di cui abbiamo bisogno è la pratica di un’agricoltura ecologica basata sulla biodiversità e il riconoscimento attivo e la promozione dei diritti della Terra vivente e della sua biodiversità. I piccoli agricoltori e un sistema alimentare decentralizzato e diversificato sono la spina dorsale della nostra sicurezza e sovranità alimentare. L’agricoltura ecologica e la produzione di cibo sono “Cura della Terra”. In tutto il mondo stanno emergendo comunità del cibo, che rappresentano il fondamento di una nuova “Democrazia della Terra”. Questo lavoro rigenerativo nelle piccole fattorie e nelle città è la vera Green Economy. Per questo abbiamo bisogno di ecologizzare i sistemi alimentari, e staccarci dal modello di agricoltura industriale ad alta intensità di combustibili fossili, chimica e di capitale. Dobbiamo localizzare i sistemi alimentari e abbandonare le regole ingiuste della globalizzazione corporativa che hanno distrutto le nostre economie rurali e culture alimentari e che hanno degradato la salute del pianeta. Dobbiamo fermare l’avvelenamento della terra e della nostra salute, lavorando per una transizione da sistemi alimentari degenerativi, non sostenibili e malsani a sistemi alimentari rigenerativi, sostenibili e sani.

Pesticide Nation racconta la storia di questo tentativo di dirottare il nostro pianeta e la nostra vita. Indica i colpevoli ma anche gli eroi che ci mostrano la resistenza e le innovazioni reali che si stanno sviluppando sui territori».

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