Di Manlio Masucci – L’Extraterrestre, settimanale ecologista de Il Manifesto, 6 febbraio 2020 | Fonte
Un’agricoltura senza più pesticidi, una campagna dove i residenti possano vivere senza il terrore delle derive tossiche e dove insetti e uccelli non rischino quotidianamente l’avvelenamento, un paesaggio rurale preservato nella sua naturale bellezza e salvaguardato dalla violenza delle monocolture intensive, il ruolo dei piccoli e medi agricoltori valorizzato e protetto dal fenomeno dell’accaparramento di terre da parte delle grandi aziende. Si tratta di richieste reiterate da parte delle associazioni di settore e da quelle della società civile che potrebbero contare presto su un ulteriore, influentissimo, alleato: i cittadini dell’Unione Europea.
E’ questo l’obiettivo della nuova ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), una petizione lanciata da oltre 90 organizzazioni della società civile europea fra cui Navdanya International. Le richieste sono chiare nei contenuti e anche nelle tempistiche: entro il 2035, considerando i tempi tecnicamente necessari alla transizione, l’agricoltura comunitaria dovrà necessariamente cambiare volto. Entro questa data, si richiede nella petizione, i pesticidi di sintesi dovranno essere completamente banditi, l’agricoltura dovrà trasformarsi da fonte di inquinamento ambientale a vettore di recupero della biodiversità, i piccoli agricoltori dovranno essere messi nelle condizioni di lavorare le terre con pratiche agroecologiche.
Un obiettivo ambizioso, soprattutto in un momento storico in cui gli Stati Uniti si riaffacciano in Europa con proposte di accordi commerciali che vanno in direzione completamente opposta, a partire dalla pretesa di introdurre nei mercati europei i loro organismi geneticamente modificati di nuova generazione.
Di fronte a questo infausto scenario, l’ICE offre dunque una grande opportunità: quella di mettere la Commissione europea e il Parlamento di fronte alla volontà dei propri cittadini. I nostri rappresentanti a Bruxelles dovranno infatti obbligatoriamente tenere conto del risultato della petizione e, altrettanto obbligatoriamente, saranno chiamati a discuterla pubblicamente e considerare la possibilità di trasformare le richieste in legge.
Affinché ciò accada è però necessario raccogliere un milione di firme entro il settembre del 2020. Non molto tempo, considerando che il quorum va raggiunto in almeno sette paesi europei. L’Italia è, da questo punto di vista, un osservato speciale considerando che il nostro paese è uno dei principali destinatari dei fondi della PAC, la politica agricola comune.
Per firmare la petizione è sufficiente collegarsi al sito di Navdanya International o direttamente a quello dell’ICE, www.savebeesandfarmers.eu.