Di Manlio Masucci, Navdanya International – L’Extraterrestre, settimanale ecologista de Il Manifesto, 1 Aprile 2021 | Fonte
Il traffico illegale e la produzione illegale di pesticidi sono un business molto redditizio considerata l’alta richiesta. Le organizzazioni fuorilegge stanno penetrando in ogni fase della catena del valore agricolo. E non si tratta di una casualità ma di una strategia precisa di tali organizzazioni che deve essere smascherata». Con queste parole Hilal Elver, allora relatrice speciale Onu sul diritto all’alimentazione, aveva lanciato l’allarme durante una missione in Italia nel 2020.
In un’intervista pubblicata sul mensile Terra Nuova, la relatrice aveva espresso dubbi sul fatto che le sue raccomandazioni fossero accolte dalle nostre istituzioni, in quel caso rappresentate dalla ministra Teresa Bellanova: «Non ho avuto l’opportunità di discutere quasi nulla. L’incontro è stato molto breve». Eppure quell’allarme inascoltato sul mercato nero dei pesticidi si è svelato essere molto attuale.
Con beffarda puntualità, nel giugno del 2020, l’Europol informava di come le autorità italiane avessero sequestrato 16,9 tonnellate di pesticidi illegali, per un valore di 300 mila euro, in un deposito a Vetralla (Viterbo). Una questione non solo italiana considerando che l’Europol stima che tra il 10% e il 14% del mercato Ue dei pesticidi sia interessato dal commercio illegale. Nell’ambito dell’operazione, che ha coinvolto 32 paesi, sono state sequestrate 1.346 tonnellate di pesticidi illegali per 94 milioni di euro.
La recente notizia di un maxisequestro di pesticidi nel pistoiese non è dunque episodica. Il Corpo forestale di Pistoia ha sequestrato 3 tonnellate di pesticidi illegali. Altrettante ne sarebbero già state utilizzate. Oltre 50 persone sono state denunciate mentre le sanzioni amministrative sarebbero 160 per un totale di circa un milione di euro.
La questione dei pesticidi illegali è preoccupante soprattutto rispetto all’obiettivo che l’Europa si è posta attraverso le strategie Farm to Fork e Biodiversità, della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030. La proliferazione di un mercato nero dei pesticidi aggiunge difficoltà a un processo già complesso. Secondo il Corporate Europe Observatory la situazione è infatti già complicata perché non ci sono dati affidabili su quali pesticidi vengono usati in quali quantità nei diversi stati. Le aziende tengono segreti i dati sulle vendite di pesticidi.
Per ottenere un taglio del 50% dell’uso di pesticidi sarà necessario agire sia sul mercato legale che su quello illegale. A livello europeo, obbligando le aziende produttrici alla massima trasparenza, e a livello nazionale, aggiornando il Piano di azione nazionale sull’utilizzo dei pesticidi in agricoltura che risulta essere oggi totalmente obsoleto.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Eurostat in Europa si vendono annualmente circa 360 milioni di kg. di pesticidi. L’Italia si piazza sul podio di questa classifica, dopo Francia e Spagna con quasi 60 milioni di kg. Il nostro paese ha raggiunto i vertici anche di un’altra classifica: quella della vendita di pesticidi illegali verso paesi in via di sviluppo come Sudafrica, Brasile, Ucraina. Un’inchiesta della britannica Unearthed e dalla svizzera Public Eye ha svelato come l’Italia sia il secondo paese, dietro Regno Unito, per volumi con una esportazione, nel 2018, di quasi 10 mila tonnellate di sostanze tossiche nel mondo.