Dichiarazione di Vandana Shiva
Il tentativo in corso da parte dei grandi centri di interesse economico e politico di occupare spazi di democrazia deve essere fermato. Il Food Summit e il G20 sono diventate occasioni in cui le multinazionali affermano il loro potere sulla nostra vita e su quella del pianeta. Il tentativo di includere la mia partecipazione nell’ambito del Women’s Forum for Economy and Society del G20 di Roma è l’ennesimo episodio di quanto la narrazione ufficiale possa essere equivoca e straniante.
La partecipazione di entità quali – tra le altre – Bayer-Monsanto e Microsoft, aziende contro le quali combatto da una vita, è la rappresentazione grottesca di quanto gli esponenti politici siano lontani dagli interessi della gente, dagli interessi delle donne, dagli interessi di tutto il pianeta.
Ho dedicato più di 40 anni della mia vita nella difesa delle donne e dei piccoli agricoltori di tutto il mondo e del loro diritto ad una vita dignitosa, alla sovranità alimentare e dei semi. A Seattle nel 1999 con Diverse Women for Diversity abbiamo inviato una dichiarazione pubblica all’OMS, nella quale denunciavamo l’assalto delle multinazionali ai nostri semi, al nostro cibo, alla nostra salute e democrazia. Inoltre denunciavamo come il paradigma della “crescita” dell’economia globalizzata misurasse solo ciò che può essere considerato “merce” e commercializzato, ignorando completamente il lavoro e il ruolo delle donne nel nutrire e prendersi cura della famiglie, delle comunità e della Terra.
Negli ultimi anni le multinazionali e i miliardari si stanno appropriando delle piattaforme politiche internazionali, incluse le Nazioni Unite (ad esempio il summit sul futuro dell’alimentazione), nonchè il G20, che fu creato dopo il crollo finanziario del 2008.
Ora, multinazionali finanziarie con Black Rock e Vanguard, e i multimiliardari di Big Tech stanno promuovendo false soluzioni, che vanno contro la natura, contro i piccoli agricoltori, contro le donne e contro la democrazia. Come possono le stesse entità che hanno provocato la crisi sanitaria, le crisi ecologica e climatica, essere qualificate a venderci la ‘soluzione’?
Evidentemente non a conoscenza della storia della mia pluriennale militanza, gli organizzatori del Women’s Forum for Economy and Society hanno voluto associare la mia immagine e il mio lavoro a un contesto che non mi appartiene, un evento sulle donne senza associazioni e senza femministe, e a partners che nulla hanno a che vedere con l’equità sociale e ambientale che reclamiamo. Non si tratta qui di strumentalizzare Vandana Shiva, ma di strumentalizzare le stesse donne e l’intero movimento ecofemminista.
Diffidando gli organizzatori da utilizzare ulteriormente il mio nome e quello della mia organizzazione, li ringrazio per darmi un’ulteriore occasione di ribadire quanto l’attuale sistema vada riformato profondamente a partire dall’inclusione delle voci di tutti coloro che sono stati esclusi dai processi decisionali democratici che pure riguardavano la loro vita, la loro salute, il loro pianeta, e che ci hanno mostrato quale sia la via ecologica che dovremmo precorrere. La richiesta delle donne che le multinazionali smettano di interferire ed appropriarsi dei nostri semi, del nostro cibo, dei nostri sistemi di conoscenza e dei nostri beni comuni, si è levata forte e chiara.
Un altro mondo sta emergendo nel quale le donne stanno indicando la strada per rigenerare la biodiversità, la libertà dei semi, la libertà del cibo, le economie e le democrazie viventi locali. Possiamo avere un futuro in cui le donne indicano la strada per fare la pace con la Terra o non avremo affatto un futuro per l’umanità.
Il sequestro del G20 e del vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari da parte del grande capitale privato aumenta la nostra determinazione a proteggere il pianeta e il futuro dell’umanità. Non ci fermeranno perché amiamo la terra, amiamo i nostri figli e siamo uniti per proteggere i diritti di Madre Terra e delle generazioni future.