A tutti i Difensori della Democrazia alimentare e del seme:
Il 2 Ottobre 2013 è stata lanciata la Dichiarazione Europea del Seme che chiede ai cittadini, ovunque essi siano, di RIFIUTARE la NUOVA PROPOSTA EUROPEA LEGISLATIVA SUI SEMI.
Raccomandiamo, a chi non l’avesse ancora fatto, di firmare la dichiarazione :
www.seedfreedom.eu
Chiediamo a tutte le organizzazioni coinvolte nella battaglia per fermare il sequestro dei diritti degli agricoltori e contro la crescente monopolizzazione dei nostri semi e del nostro cibo, di unirsi a noi per chiedere un cambiamento radicale della Legislazione Europea sui Semi per assicurare la protezione del diritto degli agricoltori di conservare i semi, la difesa della biodiversità e della democrazia alimentare.
La posta in gioco è alta – e la nostra carta migliore per cambiare le cose sta nell’unire le richieste di individui e organizzazioni, ovunque essi siano, in un foro comune indirizzato alla Commissione Europea e ai legislatori del seme – per:
- Chiedere al governo Europeo, e ad altri governi nazionali, di rifiutare la nuova proposta della Legislazione Europea sui Semi della Commissione Europea.
- Mettere in luce la pressante richiesta dei cittadini di tutto il mondo che la Commissione Europea ed altri enti politici legiferanti, ovunque, cessino di praticare la logica violenta dell’appropriazione del seme come principio base di legislazione sementiera.
Chiediamo quindi che ogni organizzazione si affianchi a questa Dichiarazione dei Cittadini per la Libertà dei Semi e la Democrazia Alimentare, inviando il vostro logo* in modo che si possa includere fra le organizzazioni partecipanti . Links con vostro sito saranno creati.
Il procedimento legislativo a Bruxelles.è già iniziato. La tempestività è fondamentale.
Unendo le nostre forze aumenta la nostra capacità di agire a livello dell’UE nei momenti chiave del processo legislativo. Inoltre, il collegamento tra le organizzazioni che partecipano attraverso siti web appositi e social media, facilita la mobilità e lo scambio dell’informazione.
Siete invitati ad UNIRVI AL MOVIMENTO e a CONDIVIDERE ampiamente e tempestivamente
Per firmare la dichiarazione : www.seedfreedom.eu
Per inviare vostro logo : info@navdanyainternational.it
dobbiamo agire in tutta velocità!
LA DEMOCRAZIA IN PERICOLO
Da quando l’agricoltura industrializzata si e’ imposta come modello agricolo vincente, la legislazione Europea in materia di semi, è diventata sempre più restrittiva dei diritti degli agricoltori e del loro libero accesso ai semi. Allo stesso tempo ha permesso sempre di piu’ ad una manciata di industrie multinazionali di monopolizzare il mercato. Queste industrie controllano i tre quarti dei semi commerciati ed usati dagli agricoltori. Nell’UE, si possono commercializzare soltanto i semi che si conformano alle logiche del modello industriale. A tale scopo devono superare complicati e costosi test e procedure di registrazione e la loro coltivazione dipende dai concimi chimici. Negli anni, la legislazione UE ha ridotto, in maniera drammatica, la diversità delle varietà delle sementi in commercio, mettendo a rischio la nostra sicurezza alimentare.
La nuova proposta della Commissione Europea in materia di regolazione dei semi è stata presentata a maggio e in questo momento sta attraversando il percorso legislativo. Invece di migliorarla, le discussioie legislative hanno preso una direzione verso ulteriori restrizioni ed un peggioramento della proposta iniziale.
Le proposte dell’UE minano e mettono a rischio la democrazia alimentare e dei semi. Queste misure avrebbero l’effetto di:
- mantenere il controllo e i diritti esclusivi sui nostri semi e sul nostro cibo nelle mani di poche aziende multinazionale
- aumentare l’uso dei prodotti chimici, dei pesticidi, dei semi e dei cibi OGM nei nostri sistemi alimentari e dei semi
- espropriare ancora di più gli agricoltori e i giardinieri dell diritto naturale di preservare e sviluppare la diversità dei semi
- continuare a ridurre in modo pericoloso la diversità nei semi, affidandosi sempre di piu’ a poche varietà, mettendo a rischio la nostra sicurezza alimentare.
Queste misure sono antidemocratiche e vano contro i diritti fondamentale dei agricoltori e giardinieri. Devono essere cambiate.