Di Manlio Masucci – Il Manifesto, 21 luglio 2020 | Fonte
Una richiesta per impegnare il governo in una “review sistematica” sull’utilizzo del glifosato, finalizzata alla riabilitazione del famigerato erbicida al centro di numerose polemiche internazionali relative agli effetti dannosi sulla salute delle persone e sull’ambiente. E’ questo l’obiettivo della mozione predisposta dalla senatrice a vita, Elena Cattaneo, da presentare nella seduta d’Aula del 21 luglio. Un’iniziativa che intende contrastare, a sua volta, una mozione di vari senatori del gruppo misto e della maggioranza per impegnare il governo ad un ulteriore giro di vite sull’utilizzo dell’erbicida e “ad adottare tutte le necessarie misure di precauzione sul territorio nazionale volte a proteggere la sanità pubblica nonché la salubrità dell’ambiente, con specifico riferimento alla tutela delle acque, della flora e della fauna”.
In un momento storico in cui le iniziative per un’agricoltura e un’alimentazione più salubre e sostenibile si moltiplicano in tutto il mondo, la presa di posizione di Cattaneo appare in netta controtendenza, in particolare alla luce del recente patteggiamento da parte della Bayer per oltre 10 miliardi di dollari al fine di chiudere 95 mila cause legali intentate per danni alla salute correlati all’uso dell’erbicida.
La mozione pro glifosato di Cattaneo ha immediatamente destato la preoccupazione delle associazioni della società civile che si battono per superare la cortina fumogena alzata dalle multinazionali del settore e per mettere in guardia cittadini e decisori politici sulle reali implicazioni di un modello di agricoltura industriale che, senza risolvere i problemi della fame nel mondo, continua a macinare profitti non interessandosi dei pesantissimi impatti sulla salute umana e sull’ambiente.
E’ dunque significativo che a rispondere alle pretese di scientificità della mozione di Cattaneo sia stata, in prima battuta, l’Isde, l’associazione internazionale dei medici per l’ambiente, che ha ribattuto, punto per punto, alle istanze della senatrice snocciolate all’interno della mozione. La forte presa di posizione dell’Isde, sottoscritta dall’autorevole firma di Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, ente riconosciuto in tutto il mondo per le ricerche all’avanguardia sugli impatti dei fitofarmaci sulla salute umana, promette di attirare l’adesione delle moltissime associazioni che in questi ultimi anni si sono battute per una ricerca scientifica libera e indipendente.
E il messaggio è di quelli che suonano forti e chiari. “Ci chiediamo – si legge nel comunicato dell’Isde – come sia possibile che, mentre a livello internazionale, soprattutto in Europa, sempre più si va verso pratiche agronomiche in grado di conciliare salubrità dell’ambiente, qualità delle acque, fertilità del suolo, biodiversità con qualità del cibo e salute umana, ci sia ancora qualcuno che tenta di difendere il modello agricolo industriale basato sulla chimica, di cui proprio il glifosato è il tragico vessillo”. Una domanda forse retorica, considerando gli enormi interessi in ballo, ma che contiene in sé stessa una risposta precisa: la modalità con cui le industrie erano solite far approvare i loro prodotti, attraverso analisi “scientifiche” di parte e azioni martellanti di lobby politica e giornalistica, così come documentato nei recenti Monsanto Papers, non sarà più tollerata e ogni affermazione sarà passata al vaglio attento della comunità internazionale degli scienziati indipendenti: “Quanto alle affermazioni contenute nella mozione, – si conclude nel comunicato dell’Isde – esse appaiono a ricercatori e scienziati che da anni si occupano dei temi trattati, banali e sconcertanti. Il fatto poi che la mozione venga presentata da persona attiva nel campo della ricerca, Senatore a Vita, rende ancora più inquietante l’intera vicenda”. Una vicenda inquietante, appunto, che rappresenta solo la punta di un iceberg ben più consistente, capace di bloccare la legge sull’agricoltura biologica al Senato oramai da quasi due anni.