Home > Notizie > i nostri articoli > Perchè in India la Disobbedienza Civile è ancora necessaria: il caso della senape OGM

C’è veramente bisogno di semi di senape geneticamente modificata in India?

Le principali ragioni portate dai promotori della senape OGM, resistente all’erbicida Basta della Bayer a base di glufosinato, sono un presunto aumento della produzione e un modo di diminuire le importazioni di altri oli di semi dall’estero. Il fatto eclatante è che finanche il governo indiano ha ammesso di fronte alla corte suprema che la senape OGM produce meno rispetto alle varietà non OGM disponibili nel paese.

La nazione è in grado di produrre sufficienti quantità di oli di semi dalla biodiversità offerta dalla natura: oli di tanti tipi, salutari, sicuri e legati al territorio. Nel 1993-94 l’India era in grado di soddisfare autonomamente il 97% del fabbisogno di oli di semi nazionale. Nel 1998 le multinazionali della soia fecero in modo di propagandare false notizie su una presunta crisi, per la quale la produzione nazionale sarebbe stata insufficiente. Così ottennero che gli oli di semi indigeni ed artigianali venissero banditi e che enormi quantità di olio di soia OGM venissero importati.

La Dott.ssa Vandana Shiva racconta: “Le donne dei quartieri poveri di Delhi mi chiamarono e mi dissero che i loro bambini non potevano mangiare il cibo cucinato con l’olio di soia. Volevano indietro il loro olio di senape. Organizzammo allora una campagna di disobbedienza civile “Sarson Satyagraha” nel 1998. Ma da allora le importazioni sono comunque aumentate anche grazie a dubbie manipolazioni delle normative doganali. Oggi importiamo più del 60% del fabbisogno nazionale e in questo modo la nostra biodiversità alla base dei nostri oli tradizionali sta scomparendo: cocco, cartamo, niger, senape, lino, ecc…, mentre le coltivazioni intensive di soia oltremare stanno facendo scomparire la Foresta Amazzonica e le coltivazioni di olio di palma distruggono le foreste dell’Indonesia“.

Nel momento in cui le politiche agricole e di importazione fossero a favore dell’agricoltura locale, l’India avrebbe a disposizione tutte le risorse necessarie per produrre il proprio olio di semi di senape e di molti altri semi.

La decisione di approvare la commercializzazione della senape OGM in India, non è una mera scelta di approvare o meno una tecnologia. Dal momento in cui la tecnologia OGM è stato il mezzo attraverso il quale le multinazionali si sono appropriate dei semi attraverso brevetti per ottenere il pagamento di royalties e visto che questi brevetti non possono venire concessi senza danneggiare l’ interesse pubblico e nazionale insito nelle istituzioni, leggi e politiche dell’India, la senape OGM si riduce ad uno strumento al servizio di una nuova colonizzazione del paese da parte del Cartello dei Veleni. Se la senape OGM venisse approvata, l’ India come paese democratico e sovrano morirebbe. Se le coltivazioni OGM venissero approvate, e l’ articolo 3j, che ancora tutela i cittadini indiani dai brevetti sulle forme di vita, venisse indebolito e distorto, l’ India come civiltà morirebbe e diventerebbe una colonia dell’ impero tossico del Cartello dei Veleni. Per questo motivo il Sarson Satyagraha, la disobbedienza civile per la senape indiana continua: per far si che l’ India possa rimanere sana e prosperosa.

(Sintesi dell’articolo Why Sarson Satyagraha is still needed – di Vandana Shiva, Deccan Chronicle, 30 maggio 2017)