Home > Notizie > i nostri articoli > L’agricoltura industriale, basata su tecnologie di guerra, uccide milioni di specie (verso la 6a estinzione di massa!): l’agroecologia è il futuro

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Di Vandana Shiva – Centro Sereno Regis, 25 novembre 2019 | Fonte

Il 6 agosto 1945 la bomba atomica fu sganciata su Hiroshima uccidendo immediatamente 80.000 persone e varie decine di migliaia in seguito come risultato della radiazione. Ricordando le vittime innocenti, pensiamo anche alle vittime innocenti uccise nei campi di concentramento e durante la guerra a causa dei composti chimici bellici del Cartello dei Veleni. Questa guerra e l’avvelenamento continuano.

Queste tecnologie belliche originarono l’agricoltura industriale basata sulla chimica, che continua a uccidere milioni di specie, causando la sesta estinzione di massa. Spariscono specie a un ritmo 1000 volte quello normale col diffondersi di tossici in ogni angolo del mondo. L’Amazzonia e le foreste e savane argentine, così ricche in biodiversità, vengono distrutte per coltivarci soia OGM.

Il mondo sta di fronte a un’emergenza ecologica e climatica, alimentare e sanitaria, causata dall’ agricoltura industrial e dai composti chimici del Cartello dei Veleni.

In India, 300.000 agricoltori ormai si sono suicidati e metà dei bambini sono malnutriti come risultanza di questo modello d’agricoltura globalizzato industriale che avvelena la terra, sloggia gli agricoltori e sostituisce veri alimenti con merci per il commercio.

Col diffondersi dell’agricoltura industriale cresce la fame. Ogni 5 secondi muore un bambino sotto i 5 anni per fame. Ogni anno muoiono di fame 9 milioni di persone. Secondo la FAO più di 1 miliardo di persone patiscono la fame, anche in paesi ricchi dove il cibo è abbondante. Ciò significa che una persona su sei sulla Terra non ha abbastanza cibo per una vita sana.

Ogni anno 200.000 persone muoiono d’avvelenamento da pesticidi. Una morte su sei è dovuta al cancro, facendone la seconda causa di morte (seconda solo alle malattie cardiovascolari). Solo 5% dei tumori è genetico; il resto è dovuto agli agenti tossici nell’ambiente e negli alimenti. Nel 2017 si stima che 9,6 milioni di persone siano morte per le varie forme di cancro. L’OMS ha identificato il glifosato come cancerogeno.  Bayer e Monsanto hanno attualmente 18.000 denunce in corso in tribunali USA per aver causato cancri.

Il 50% dei gas climalteranti (GHG), che inducono mutamenti climatici, sono emessi dal settore alimentare industriale. Secondo l’OMS i disastri climatici risultano in oltre 60.000 morti ogni anno.

Il Cartello dei Veleni di ha inflitto decenni di ecocidio e genocidio con i suoi composti chimici bellici.

Come alternative all’agricoltura industriale basata sulla chimica, l’Agroecologia è stata ben collaudata, comprendendo tutti i sistemi di coltivazione privi di chimica, ivi inclusi la coltivazione biologica, la permacultura, l’agricoltura biodinamica e varie scuole di coltivazione naturale.

Le crisi multidimensionali che il mondo ha di fronte possono essere trattate ritornando alle nostre Radici Agroecologiche; i cui 10 elementi costitutivi sono:

  1. Diversità
  2. Co-creazione di conoscenza e approcci transdisciplinari per l’innovazione
  3. Sinergie
  4. Efficienza
  5. Riciclaggio
  6. Resilienza
  7. Valore umano e sociale
  8. Tradizioni culturali e alimentari
  9. Governance responsabile
  10. Economia circolare e solidale

Ci sono vari percorsi di agroecologia e coltivazione biologica rigenerativa chiamate con una varietà di nomi in India – Sajeev Kheti, Sendriya Kheti, Prakritic Khetic, Vedic Krishi, Rishi Kershi, Jaivik Krishi – tutti comunque riferiti al coltivare secondo le modalità della natura.

La parola vita in hindi è “jiva” e vivere “jaivik”. E pertanto l’agricoltura ecologica/agroecologia in India è definita “Jaivik Kheti”.  Siamo una civiltà che ha mantenuto la diversità ai massimi livelli.

Come ci rammentava il Rig Veda:

Ekam Sad Vipra Bahudha Vadanti = “Dio è Uno, ma i saggi lo chiamano con nomi diversi.” (Rig-veda I 164, 46)

I sistemi agroecologici globalizzati odierni, come l’agricoltura biologica e quella biodinamica, hanno le radici nei sistemi agroecologici indiani, sono un dono dell’India al mondo, come lo yoga e l’ayurveda.

Quel che oggi si chiama agricoltura biologica è il distillato di 10.000 anni di conoscenza agro-ecologica dell’India. Nel 1905, più d’un secolo fa, i britannici inviarono il loro ‘guru’ agricolo, Albert Howard, a “migliorare” l’agricoltura indiana e fondare il Pusa Institute. Quando arrivò trovo i suoli fertili e nessun insetto nocivo nei campi. Allora fece invece del contadino indiano il suo professore. Poi scrisse il suo classico Un Testamento Agricolo basato sulle scienze agroecologiche indigene dell’India. Howard spiega come i contadini indiani appresero a coltivare con “modalità naturali” e rese la coltivazione permanente come la foresta applicando i principi di varietà e la legge della resa agricola della Natura.

Biologico (organico) vuol dire integrato, vivente, olistico, nonché privo di composti chimici. È impreciso presentare la bioagricoltura come se solo quella “certificata” e “il settore merceologico bio” fossero biologici. Non è un prodotto, non una mera tecnica; è una opinione mondiale e un insieme di princìpi, derivati dalla natura e base delle nostre tradizioni agroecologiche indigene. L’opinione mondiale biologica si basa sul principio di non-separazione e di consapevolezza che gli umani sono parte di un mondo vivente, in contrasto con quella visione meccanicistica del mondo industriale che considera gli umani padroni e manipolatori della natura.

Per oltre un secolo la bioagricoltura s’è evoluta come un sofisticato sistema con un fondamento scientifico nell’agroecologia, un sistema regolatore che esclude gli OGM, e un sistema economico dal livello locale a quello globale che fornisce un’alternativa all’ecocidio e al modello industriale genocida promosso dal Cartello dei Veleni.

Per questa ragione il Cartello sta orchestrando un attacco aggressive alla bioagricoltura in ogni paese del mondo dove esso sia un’alternativa significativa.

20 anni fa, quando citai in giudizio Monsanto alla corte Suprema indiana, l’azienda cominciò a diffondere la falsità che io stessi importando in India il concetto occidentale “biologico”. Risposi organizzando le conferenze Howard, per rammentare che fu l’India a donare al mondo il biologico. L’Associazione dei Suoli formatasi sulla base del libro di Howard, ed eminenti leader globali, fra i quali il principe Charles e il defunto Edward, affermarono la loro gratitudine all’India durante le loro conferenze in quanto la fonte d’ispirazione per il movimento biologico globale. Inoltre onorammo istruttori biologici indiani come Nammalvar e Narayan Reddy .

È perciò scientificamente fuorviante presentare la bioagricoltura come “importata” in India e porre in contrasto il naturale con il biologico, come sta diventando di moda in alcuni circoli, come parte della politica del divide et impera del Cartello dei Veleni.

Poiché la filosofia biologica/organica, gli standard e i sistemi escludono gli OGM, il Cartello dei Veleni è all’attacco del biologico per distruggere l’alternativa cui la gente si è rivolta per alimenti privi di composti chimici e OGM.

Si sta creando confusione sul biologico per introdurre di straforo gli OGM. Chi viene utilizzato dal Cartello dei Veleni sta anti-scientificamente sostenendo che gli OGM come il cotone al Bt [batterio thuringiensis] può far parte dell’agricoltura naturale.

Si sta deviando e fuorviando l’India per impedirci di rivolgerci alle nostre radici di conoscenza per affrontare l’emergenza nel nostro paese e difendere la nostra sovranità.

Il Cartello dei Veleni sta puntellando e sostenendo chi promuove gli OGM e definisce il biologico “più pericoloso che una bomba atomica” – ignorando la storia agricola dell’India e le radici del movimento biologico internazionale nelle antiche tradizioni indigene. È in effetti un attacco alla civiltà ecologica e alla conoscenza indigena dell’India.  Sta diventando uno strumento del Cartello dei Veleni che vuole distruggere la nostra sovranità sulle sementi, sul cibo, e sulla conoscenza.

L’ultima trama del Cartello dei Veleni è cercare di distruggere le ricche tradizioni e pratiche agroecologiche con una strana bestia indefinita di nome “Agricoltura a bilancio zero“.

La ricchezza immaginativa della nostra unità con la natura e delle nostre lingue si stanno spegnendo per un’espressione importata ed imposta – Agricoltura a bilancio zero – che è priva di senso nelle lingue indiane, ma pure in inglese. Il vocabolario afferma chiaramente il significato di budget come “una stima degli introiti e degli esborsi per un periodo di tempo stabilito.”

Budget non vuol dire solo spesa, ma comprende anche gli introiti.

Per un agricoltore, Agricoltura a bilancio zero vorrà dire a reddito zero, una ricotta sicura per far sì che la crisi agraria continui, che i redditi agricoli continuino a calare e finire a zero. Il che creerà il future che vuole il cartello dei Veleni, un’agricoltura senza agricoltori. Il coltivatore non ci guadagnerà, ma le megaziende sì.

L’Agricoltura a bilancio zero è un’agenda mossa dalle megaziende per svuotarci la mente di conoscenza e intelligenza atta a fare scelte sostenibili e giuste, e svuotare le tasche degli agricoltori. “Bilancio Zero” è Mente Nulla, per creare che non sappiano pensare e decidere per conto proprio.

L’ esperimento AP con l’agricoltura a bilancio zero non si basa su un bilncio zero per lo stato in quanto sostenuto da miliardi di dollari in prestiti da restituire.  Inoltre l’esperimento AP viola  i 10 componenti specifici dell’Agroecologia sintetizzati dalla FAO con input di comunità e scienziati di tutto il mondo.

L’India deve smettere di usare l’espressione “Agricoltura a bilancio zero”, insensata eppur pericolosa.

Il future si basa su vari sistemi agroecologici in India e nel mondo, non sulla continuazione del dominio del Cartello dei Veleni che accelererà l’attuale emergenza con altri agricoltori che si suicideranno, altri bambini che moriranno di fame e malnutrizione, altre catastrofi climatiche, altre estinzioni di specie.

Questa guerra industriale contro la Terra e la sua gente dev’essere fermata, per recare pace con la Terra e salute e sopravvivenza ai cittadini.

Dichiarazione resa il 6 agosto 2019, Hiroshima Day


Titolo originale: Industrial Agriculture, Based on War Technologies, Kills Millions of Species: Agroecology Is the Future

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis